In risalto nel numero:
«I giovani, almeno nella loro globalità, pur con variazioni notevoli, soffrono sullo loro pelle un rapporto problematico con la cultura e subiscono, senza spesso esserne consapevoli, una situazione di sradicamento quando non di deprivazione culturale che deve provocare il mondo adulto. Per tanti giovani il valore della cultura sociale, sia quella “tradizionale” che quella mediata dall’istruzione, è debolmente considerato e ritenuto poco importante per la propria autorealizzazione.
[...] Sarebbe prezioso affiancare nei gruppi giovanili la presenza di adulti-animatori “capaci di ascolto”, in grado di collocarsi all’interno del mondo giovanile per catalizzare i messaggi e i bisogni emergenti, in grado di recuperare le distanze generazionali.
[...] Le comunità ecclesiali, che desiderano instaurare un reale dialogo educativo con i giovani, non possono non prendere coscienza che il problema religioso per i giovani passa attraverso la ricerca del senso della vita.
[...] I giovani hanno bisogno di comunità capaci di sostenerli nel percorso di elaborazione della domanda di vita e nella ricerca del senso religioso dell’esistenza.
[...] E’ profetica quella comunità che si apre alla realtà socio-politica del territorio per investirla, in un rapporto di sinergie, delle sfide che le giungono.