I lavori si sono protratti oltre il previsto! Sabato scorso non siamo
riusciti a concludere tutti gli assunti del capitolo, per cui lunedì
mattina, ancora sotto a votare proposizione per proposizione, fino alla
fine del lavoro delle quattro commissioni: economia, vita consacrata,
apostolica e formazione.
(Non avevamo il sistema elettronico, ma solo per levata di mano!)
Rimanevano ancora questioni importanti, come l'apertura di nuove
comunità, l'accettazione di una parrocchia in Sierra Leone, la necessità
di una comunità di teologia in lingua inglese in Africa, il regolamento
provinciale. I lavori sono continuati fino quasi alle 2.00 del
pomeriggio.
Poi ci siamo spostati in blocco a Bula, 40 minuti circa di auto da
Bissau, dove p. Giovanni Martelli e la comunità ci hanno offerto un
pranzo a base di pesce, degno della conclusione del 1° capitolo della
neo-nata Vice-Provincia d'Africa.
Domenica è stata una giornata "inesquecivel" per tutti i confratelli capitolari. Teatro: la parrocchia di S. Antonio di Bandim in Bissau. La concelebrazione è stata solenne come si usa in Africa. Tutti i capitolari concelebranti, la diocesi era rappresentata dal vicario episcopale.
Il p.Generale ha presieduto la S. Messa, mentre i padri Thomas
Bassanguè, in tandem con p. Ephrem Eustache Bodou, hanno animato
l'omelia, in dialogo con il popolo, provocando allegria e consensi. Le danze che accompagnano i momenti liturgici (entrata, intronizzazione
della Parola, Offertorio, Ringraziamento) sono legate e parlano della
vita quotidiana di questo meraviglioso popolo guineense.
Il pranzo comunitario è stato partecipato da molti laici, rappresentanti
delle realtà significative della parrocchia di Bissau, e preparato
"con amore" dal gruppo Famiglia. Il pomeriggio è stato allietato dalle danze, a dir poco, frenetiche dei
giovani del "grupo cultural Os Netos de Bande", al ritmo di tamburi,
nei costumi tradizionali delle etnie della Guinea, che hanno cercato di
coinvolgere i "prestigiosi" ospiti, in danze impacciate e
divertentissime.
Ora è il momento di vivere quanto emerso dal Capitolo Generale XXII, e dal nostro capitolo d'Africa.
Le sfide non sono piccole... le risorse umane, grazie a Dio, sono in
crescita: il numero di confratelli in formazione ci conforta ed è un
dono per tutta la Congregazione; le risorse economiche invece
risentono della crisi mondiale.
Pensare all'autosufficienza delle missioni, delle comunità e delle
Istituzioni è un obiettivo sul quale ci siamo impegnati ad offrire, nei
prossimi anni, almeno qualche segnale positivo, qualche passo in
avanti... che è richiesto non solo dalla Congregazione, ma anche dalla
stessa Chiesa d'Africa, impegnata in questo cammino.
Non siamo comunque soli... tanti confratelli di altre province e benefattori ci sostengono ed ci danno sempre fiducia.
Godiamo della attenzione e dell'accompagnamento del Consiglio Generale,
presente al Capitolo nella persona del p. Generale, Mario Aldegani, e
dell'economo generale, p. Juarez; di Murialdo World, rappresentato da Alessandro Pellizzari e dell'ENGiM Internazionale, che ha un sacco di progetti in collaborazione o a favore delle ns. comunità.
Vogliamo assolutamente batterci e salvare l'attenzione fattiva ai
bisogni dei poveri, dei giovani bisognosi, dell'educazione, della
professionalità, della carità. Nessuna crisi, potrà distoglierci da questa priorità indicataci dal Murialdo stesso.
Torniamo alle ns. comunità consci di tante responsabilità, necessità,
bisogni a cui dare una risposta, consci un po' di più delle ns.
potenzialità e limiti...
Il grande crocifisso che troneggia nel "Salao Murialdo" del "CIFAP Bissau", luogo del ns. incontro fraterno, ci sta a confermare che amare significa tenere le braccia spalancate per accogliere, amare comporta sacrifici non piccoli, amare è dare... dare la vita... dare tutto se stessi... amare è .... ricambiare quell'amore che ci ha avvolti, permeati, riscaldato il cuore, con e per... i nostri fratelli di questo continente.
[P. Valerio]