BUEN AIRE
E’ sempre interessante “uscire” dal proprio orto e far tre passi in giro. E’ stata distensiva e utile la pausa domenicale del 10 giugno, solennità del Corpus Domini. Messi temporaneamente da parte gli impegni capitolari siamo andati a conoscere la realtà che ci ospita. E così abbiamo speso un po’ di tempo in città: Buenos Aires (che anticamente era chiamata “Buen Aire”). E’ una città molto estesa che conta circa 13 milioni di abitanti. Il centro storico e amministrativo è una fonte di informazioni e di messaggi culturali. Potenziata dal fenomeno della colonizzazione spagnola, l’Argentina si è resa indipendente e autonoma. Mayo 1810 e il 1816 vogliono dire San Martin l’eroe nazionale dell’ indipendenza argentina. Identità e unità nazionale sono espressi con orgoglio da uno slanciato obelisco, da una spaziosa Avenida, dai numerosi grattacieli, da un aeroporto proprio, da numerose università e dal Rio Grande de la Plata. Ci sono un po’ ovunque ampi spazi erbosi e ombreggiati dove giovani e adulti di ogni età si rilassano e passeggiano. La Cattedrale, “El Cabilodo” e la Casa Rosada si affacciano sulla stessa grande piazza, anche se guadano in direzioni diverse. C’è nell’aria il ricordo dei “desaparecidos”, e il timore di crisi che anche qui sembra dar ombra all’economia nazionale. Le grandi costruzioni e ampie strade del centro , il River Plate e il Boca Junors dei tempi gloriosi di Maradona vanno di pari passo con quartieri dove la condizione è più sobria e modesta. Due note colorate sono state particolarmente gradite ai capitolari. La “parrillada de vaca” che si è rivelata “saborosa” anche ai palati più esigenti, e lo struscio “al caminito” coinvolti dalle note del tango argentino. Colore e musica riempiono alcune viuzze di guizzi veloci e appassionati che ti prendono e ti avvolgono, simbolo di quell’abbraccio allegro e caloroso delle persone di questa terra ospitale. Grazie e “buena suerte” Argentina!
[NGB]