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"Engim ONG" - Il sessennio dell'Engim ONG


Alla vigilia del Capitolo Generale di Buenos Aires, Vita Giuseppina ha intervistato Francesco Farnesi, direttore generale dell’ENGIM ONG. Ne esce fuori un quadro dettagliato sulla cooperazione internazionale, i risultati e le prospettive che si aprono all’organismo non governativo dei Giuseppini del Murialdo.

Il capitolo del 2006 aveva manifestato un evidente interesse per le attività internazionali dell’ENGIM, intuendo i frutti che potevano derivare per tutta la congregazione dei Giuseppini. Cosa è stato fatto in questo sessennio ?

A conclusione del sessennio si può affermare che molti degli obiettivi che l’ENGIM ONG si è posta si stanno concretizzando. L’attività progettuale e di realizzazione degli interventi prosegue in modo intenso ed aumentano le opportunità di collaborazione e confronto. E lo testimoniano i dati numerici riferiti alla attività svolta: nel sessennio, sono stati realizzati, o sono in corso di realizzazione, più di 50 progetti per un valore complessivo di oltre 7,5 milioni di euro, e contributi ricevuti da enti pubblici e privati per quasi 5 milioni. Si tratta di un percorso che va certamente incoraggiato e sostenuto, favorendo lo sviluppo di una dimensione ancora più internazionale che sia in grado di mettere in rete le nostre competenze e le nostre esperienze per la realizzazione di progetti operativi comuni.

E quali sono stati i risultati più significativi?

Oltre ai finanziamenti menzionati, voglio ricordare i 2400 i progetti di sostegno a distanza in molti Paesi in via di sviluppo, realizzati grazie alla collaborazione di benefattori che si impegnano a sostenere le spese di un ragazzo in un Centro Diurno, nella scuola o nei centri di avviamento al lavoro. C’è stato, poi, lo sviluppo del commercio equo e dei servizi solidali. Attualmente l’ENGIM ONG, sotto il marchio “Ekuò”, gestisce direttamente tre botteghe del commercio equosolidale, una a Roma, una a Padova e una on line (www.ilbuonochefabene.it), ed indirettamente, assieme alla Provincia italiana, un cinema e un bar presso il Patronato Leone XIII di Vicenza. Sono continuate con maggior slancio le iniziative di sensibilizzazione ed informazione, sia in ambito scolastico che extrascolastico. E sono state realizzate iniziative di volontariato nazionale ed internazionale, tramite il Servizio Civile, il Servizio Volontario Europeo, convenzioni con università, ed il Master dei talenti, un progetto nato con l'intento dicreare percorsi di formazione di eccellenzariservati ai giovani laureati. ENGIM ONG gestisce, infine, a Roma, assieme ad una rete di associazioni partner, un centro di servizi per cittadini stranieri con funzioni di accoglienza, orientamento e inserimento lavorativo.

Alla congregazione sono legate molte realtà ed associazioni diverse. Come creare sinergie per valorizzare questo grande patrimonio di persone ed ideali?

Un primo passo potrebbe essere quello di favorire la nascita e lo sviluppo di altre ONG all’interno delle singole province e organismi similari, da mettere in rete con l’ENGIM ONG, che nasce proprio come una risposta alla necessità di creare un'entità che, in modo organico e sistematico, contribuisse a sostenere le iniziative di solidarietà promosse dalle opere giuseppine. Immagino poi l’interscambio di collaboratori e volontari, perché in un mondo sempre più globalizzato, la chiave è mettere insieme le proprie forze e considerarsi tutti come parte di un unico sistema.

La conferenza interprovinciale del 2010 aveva sottolineato l’importanza della ONG per la crescita della coscienza missionaria e l’apertura di nuovi fronti di evangelizzazione. Come tradurre in pratica questo stimolo?

Torno in parte al discorso di prima. Deve passare l’idea di una solidarietà globale come risposta alla globalizzazione economica, perché i destini dell’uomo sono sempre più comuni e dipendenti dalla scelte di ciascuno. E’ fondamentale comprendere che l’evangelizzazione deve essere un impegno quotidiano, che va cercato e realizzato anche nel luogo di vita e di azione. L’ENGIM ONG sta facendo molto per far conoscere le problematiche dei Paesi e dei popoli del sud del mondo alle giovani generazioni nel nord. Si tratta di un ambito molto importante che senza dubbio richiederebbe maggiori sforzi ed una maggiore integrazione tra le risorse che la congregazione è in grado di mettere in campo.

Quale altre prospettive si possono già intravedere per il lavoro e la crescita dell’ENGIM ONG?

Impegnarci a favore dei più deboli richiede un atteggiamento di apertura al mondo e di costante attenzione verso il nuovo. Leggere il presente, caratterizzato da ritmi sempre più rapidi e da dinamiche in continuo cambiamento, deve spingerci continuamente verso la ricerca di soluzioni durature nel tempo e capaci di affrontare le complessità. In questa prospettiva due sono, secondo me, gli ambiti chiave su cui dirigere la nostra attenzione: la sostenibilità e l’approccio partecipativo sistemico e multidisciplinare. I nostri progetti dovranno sempre di più occuparsi, non solo degli aspetti tecnici e formativi, ma anche di quelli economici e della compatibilità ambientale, in modo da mettere in moto processi di lungo periodo che tengano conto della limitatezza delle risorse e della esigenza di gestirle in modo equilibrato. Dovranno, inoltre, sapersi integrare sul territorio, puntando sulla aggregazione delle competenze in un ottica di partnership, mettendo in campo tutte le potenzialità che la “Famiglia del Murialdo” è in grado di esprimere come pluralità di esperienze, e partecipando ai più strutturati programmi promossi dalle organizzazioni internazionali, dai governi e dalle altre ONG, sia sul piano operativo, sia su quello della riflessione che dell’approfondimento teorico.

Da questo punto di vista ritengo che la nascita di “Murialdo World” rappresenti una scelta che vada nella direzione giusta. Attraverso questa realtà si vuole, infatti, non solo potenziare e qualificare l’attività del Consiglio Generale nel coordinamento dell’amministrazione, della comunicazione, della formazione e della solidarietà internazionale al servizio della Congregazione e della “FdM”, ma anche valorizzare e sviluppare in maniera sinergica le realtà già esistenti nel campo della cooperazione internazionale, e tra queste, ovviamente, anche l’ENGIM ONG, con la quale si potranno sviluppare percorsi in stretta collaborazione per un ampliamento delle aree e dei settori d’intervento.

A cura di Massimo Angeli



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