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"Voce ai Giovani" - Il Murialdo oggi... per i giovani


Pensando alla Giornata internazionale della Famiglia del Murialdo mi sono chiesto: chi è il Murialdo per i giovani di oggi? Ho provato a chiederlo ad alcuni giovani tra i 15 e i 35 anni che frequentano le nostre opere, qua e là per l’Italia. In particolare ho chiesto: che cosa vi piace o vi colpisce del nostro santo? Se fosse qui oggi cosa farebbe? Cosa vivete personalmente del suo insegnamento? “Cavoli, d.Massimo, che domandone!” mi scrive Maria…

Cosa vi piace o vi colpisce del nostro santo?

Anzitutto, scrive Nadia, il fatto che Lui le cose le faceva e poi cercava di farle bene; oggi tutti operano per interesse, per i soldi, per la gloria, senza troppa passione, invece il segreto della riuscita nelle cose che si fanno è uscire da una logica di puro opportunismo: non tutto ha un tornaconto materiale e personale. A me San Leonardo colpisce per il suo carisma, dice Sara, il suo aiutare il prossimo, ma ancora di più il suo rapporto unico e speciale con la preghiera, alla quale dedicava buona parte del suo tempo. Anche Massimo sottolinea l’affidamento a Dio (siamo nelle mani di Dio, siamo in buone mani) e anche l’attenzione verso i ragazzi ai bordi, gli emarginati, in difficoltà, la costante preoccupazione per i ragazzi e i giovani in difficoltà, dice Giovanna, quell'attenzione che è diventata la sua missione. Paolo aggiunge la capacità di vedere sempre il lato positivo in tutte le cose che gli succedevano (perfino sentire come benedizioni le malattie che ha avuto!) e la sua capacità di calarsi nella società e nella realtà del tempo, capendo bisogni e problemi e cercando in tutti i modi delle risposte e delle soluzioni. La cosa che mi ha sempre colpito del Murialdo, scrive Maria, è l’attualità del suo messaggio, le sue convinzioni pedagogiche sono attualissime. È stato un uomo che ha saputo leggere in profondità i segni del suo tempo, ha saputo cogliere e dare una risposta a problemi sociali dell'epoca. È stato davvero “straordinario nell'ordinario!”

Se fosse qui oggi, senza frasi troppo retoriche… cosa farebbe?

Leonardo si interessava a te e interessava, dice Nadia, cercava di togliere le persone dalla povertà. Nel 2010 significa toglierle dall’apatia, dal conformismo, dalla logica del “si è sempre fatto così”, mostrando loro che si può essere appassionati per quello che si sta facendo, che c’è gioia nel fare per gli altri e nel farlo con il cuore. L’esperienza personale mi dice che così si fa sempre centro, anche ai nostri giorni. Io me lo immagino, scrive Sara, in case famiglia, con bambini e ragazzi orfani, o comunque disagiati, in difficoltà, sfruttati dalla guerra o dal lavoro minorile. Molte volte, aggiunge Paolo, nelle nostre realtà attuali cerchiamo di adattare il concetto dei giovani poveri ai nostri ragazzi, per sentirci in linea con la spiritualità murialdina, ma molte volte i nostri ragazzi non sono realmente quelli poveri e abbandonati: per il Murialdo invece era proprio così e credo che anche oggi guarderebbe innanzitutto ciò che c’è e ciò che si fa, per poi cercare modalità e comportamenti per migliorare e andare incontro realmente ai bisogni dei ragazzi. Penso alla mia città, scrive Maria, e credo che San Leonardo approverebbe sicuramente le attività per tutti come il grest che coinvolge molti giovani animatori e moltissimi ragazzi; le attività sportive che cercano di educare attraverso lo sport di squadra, i centri di formazione professionale che sono testimonianza di interculturalità… Ci sono tante iniziative che sono davvero belle e positive, mi chiedo invece cosa farebbe il Murialdo se dovesse vivere i problemi che viviamo nel mondo della scuola, quando noi insegnanti ci troviamo di fronte a famiglie, genitori deboli, che non sanno trasmettere i veri valori, che iper-proteggono i loro ragazzi, eliminando ogni possibile ostacolo. Questa è una delle sfide del nostro tempo. Se fossi qui oggi non demorderebbe, sottolinea Giovanna, nonostante le difficoltà che incontrerebbe nel dialogo con i giovani, sarebbe paziente, positivo, entusiasta del futuro e lo comunicherebbe ogni giorno, con ogni suo gesto, con ogni sua parola!

Cosa vivete personalmente del suo insegnamento?

Cerco di vivere la mia vita spirituale prendendo spunto da lui, risponde Sara, cercando di vivere la preghiera non come un dovere, ma come dialogo spontaneo e piacevole con Dio. Cerco di fidarmi e affidarmi quindi… credere che “siamo in buone mani”, nelle mani di Dio! Mi sforzo ogni giorno di rendere straordinario ogni momento ordinario, dice Giovanna, è il motto che mi ha fatto innamorare del Murialdo e fa sì che io mi senta nel cuore sempre e profondamente murialdina! Personalmente il messaggio del Murialdo che cerco di vivere è l’attenzione al singolo ragazzo che incontro, il “ne perdantur”, dice Maria, ma è così difficile! Anche Massimo afferma: cerco di essere attento alle esigenze dei ragazzi e delle persone in difficoltà, che hanno bisogno. Cosa sto facendo io ora di tipico stile murialdino? Si chiede Paolo. Mi piace ripensare a un piccolo episodio in cui una persona esterna alla nostra realtà mi disse: “Si vede che vivi e testimoni gli aspetti tipici dei giuseppini”… lo spero davvero!!!

p. Massimo Rocchi e alcuni giovani



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