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"Anno Sacerdotale" - Ringrazio sempre il Signore


P. Giovanni, quando sei stato ordinato sacerdote?

Sono stato ordinato nel 1946, a Sassuolo. Di quegli anni ricordo che la vita era molto difficile: si era subito dopo la guerra. Mi trovavo nella comunità di Modena. I tedeschi avevano accatastato del pane nero, per darlo alla gente affamata, ma non lo mangiavano neppure i cani. Avevo nella classe dei ragazzi a cui facevo scuola, dei figli di contadini che avevano ogni giorno un pane bianco per la loro colazione e ne portavano uno anche per me.

Cosa hai fatto in tanti anni di sacerdote giuseppino?

Una vita da insegnante delle elementari: ho fatto scuola fino a 70 anni (adesso ne ho 94!). Ho chiesto io stesso al Provveditorato di andare oltre i 65: mi hanno concesso di andare fino ai 70… ma non oltre! Ho sempre fatto scuola molto volentieri. I bambini mi seguivano. Avevo un mio sistema “interattivo” come si direbbe oggi. Per esempio per la geografia avevo inventato un cartellone muto e parlante nello stesso tempo: i nomi delle città e dei fiumi erano scritti in fondo e si collegavano con un filo alle rispettive località… mi viene da sorridere se penso ai mezzi che i ragazzi e gli insegnanti hanno a disposizione oggi!

Come hai vissuto il tuo sacerdozio?

Il sacerdozio mi ha molto giovato. Mi sono sforzato di corrispondere alla grazia del Signore, anche se non sempre ci sono riuscito. Le persone che avevo intorno a me mi davano attestati di stima che io non sentivo di meritare. Il leit-motif della mia preghiera è quella frase del salmo 58: “Signore, tu sei la mia misericordia!”: questa frase è la guida della mia vita. Io dico sempre che Dio ha tanto amato gli uomini che ha sigillato con noi un patto di salvezza firmato, come gli analfabeti, solo con un segno di croce!

Hai avuto momenti difficili nella tua vita sacerdotale?

Tutti i sacerdoti attraversano momenti difficili… in questi momenti la mia risorsa è sempre stata andare in chiesa, mettermi in ginocchio davanti a Lui, chiedergli perdono dei miei peccati e domandargli la forza di …tirare avanti!

Secondo te, un sacerdote Giuseppino che caratteristiche deve avere?

Deve avere tanta pazienza, prima con sé stesso e poi con i giovani. E deve avere fiducia nei giovani, non trattarli come se fossero incapaci di comprendere, di avvicinarsi al Signore… bisogna proprio saper suscitare il senso della misericordia di Dio: Dio è buono, avrà pietà di tutti. Questo c’è da raccomandare ai giovani: che abbiano il cuore aperto verso il Signore, che abbiano fiducia in Lui, perché Lui è più grande di tutti i nostri peccati. Noi siamo limitati, ma Lui è infinito nella sua capacità di perdono.

E adesso, a 94 anni quasi, come vivi il tuo sacerdozio?

Soprattutto pregando ed offrendo tutto a Dio. Grazie a Dio ho ancora salute per celebrare, animare un gruppo di preghiera, fare qualche predichetta, riesco ancora a confessare e quindi la mia preghiera e il mio sentimento verso Dio sono solo GRAZIE!

A cura della Redazione



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