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P. Luigi Vicini (19/2/1924-13/5/2006)


anni 81


Roma, 19 febbraio 1924
Albano laziale, 13 maggio 2006



L'ultimo saluto con cui via e-mail, dal computer di Albano Laziale, era entrato nelle nostre comunità e nelle case dei familiari e di tanti amici, suonava così "Con Cristo risor­giamo a vita nuova: è l'augurio per la Pasqua 2006". La vita considerata da chi è quoti­dianamente attanagliato dalla sofferenza che cresce, dalla paura di non farcela... si può illuminare solo alla luce del Cristo Risorto. Per questo il tratto che ha colpito coloro che hanno incontrato p. Luigi negli ultimi giorni, è quello della serenità. Certamente la soffe­renza lenisce tanti spigoli, ma in fondo p. Luigi ha saputo consegnarsi nelle mani di Dio come nelle mani dei fratelli, proprio a partire dalle sue fragilità, dall'accettazione della sofferenza, dall'offerta del sacrifìcio della croce quotidiana. Ci ha pensato la Madonna di Fatima, il 13 maggio alle ore 15, presso l'ospedale San Raffaele di Rocca di Papa dove con filiale sollecitudine era stato ricoverato dal direttore, ad interrompere all'età di 82 anni, una via crucis che rischiava di diventare pesante e insopportabile.

La vita di p. Luigi inizia il 19 febbraio del 1924, dai genitori Sante e Margherita, in una Roma "sanlorenzina" animata dalla presenza dei giuseppini presso la Parrocchia dell'Immacolata dove riceve i sacramenti della comunione e della cresima. Nelle radici del popolare quartiere c'è l'orgoglio del suo essere "romano", la sua inflessione linguistica tipicamente romanesca, il cuore da tifoso "giallorosso", la sua devozione a Maria, "Mater divini amoris" (l'unica bella immagine della Madonna a capo del suo letto fino alla fine!). Ma anche la familiarità con l'ambiente giuseppino, con la frequentazione del rumoroso oratorio popolare, con l'amicizia dei confratelli giuseppini dediti ai ragazzi, con l'ascolto attento alla voce di Dio per una chiamata cristiana che si approfondisce sempre di più. La sua vocazione giuseppina matura proprio nel contatto con l'oratorio e solo nel 42, dopo il postulato a Viterbo, entra in Noviziato a Vigone (Torino) concluso con la prima profes­sione dei voti il 29 agosto del 1943. Poi gli studi di scuola superiore dal 43 al 46 tra Sommariva (Cuneo) e Ponte di Piave (Treviso) e il tirocinio a Sezze Romano (Latina).

Una prima tappa importante della sua vita di giovane giuseppino la trascorre in suda-merica, in Brasile. Il curriculum degli studi teologici, iniziato con regolarità nel 1949 aViterbo, viene condotto a termine ad Ana Rech, dal 1950/52. Proprio qui, lontano da casa e dai suoi familiari, riceve i primi ministeri (lettorato e accolitato), nel 51 a Garibaldi il diaconato e il 4-1-53 il sacerdozio a Galopolis, presso Caxias do Sul. Per corrispondere alle esigenze apostoliche sempre pressanti, p. Luigi integra gli studi con il lavoro di inse­gnante nella scuola di Ana Rech, fino al 1956. Passa poi alla scuola di Araranguà, come direttore per un anno a Caxias do Sul, quindi come insegnante nel seminario di Fazenda Sousa ed infine a Caxias do Sul fino al 64. Quasi quindici anni spesi rigorosamente a ser­vizio dei ragazzi e giovani brasiliani nella scuola, con "passione e competenza".

Dopo una breve sosta italiana, ad Albano come assistente ed insegnante a Cefalù, coerente con la sua vocazione alla mondialità, realizza la seconda tappa della sua vita tra­sferendosi a Orduna in Spagna per un decennio, dal 1966 al 76, come insegnante di fran­cese, assistente competente dei laboratori di fisica, chimica e scienze naturali, (p. G. Zanconato nel 76 scrive: "A Orduna era preziosissimo per la scuola: faceva francese, segreteria, e attendeva ai laboratori con vera passione di studioso ").

Quindi, in Italia per una terza e ultima tappa di vita da spendere in diverse comuni­tà.

Dal 77 all'82 a Cefalù come insegnante, quindi a Montecatini, poi a Rossano, dal 1983 al 1989, inserito nel CFP ma ormai sempre più direttamente alle prese con i ragazzi dell'oratorio e del cortile dove pesca rapporti preziosi con i più difficili e diseredati. Ancora un anno a Lucerà, nel 90-91 breve sosta a Roma. Poi cede al desiderio ed al ten­tativo di rilanciarsi in un'esperienza apostolica sudamericana, per i ragazzi più bisognosi: dal 1991 al 1993 è di nuovo in Brasile. Ma i tempi sono cambiati anche al di là dell'Oceano e pur tra nostalgia e rimpianti, rientra in Italia.

Approda quindi a Foggia, dove opera come animatore della scuola elementare fino al settembre 2000 per passare, infine, all'Istituto Murialdo di Albano con la speranza di poter dare ancora qualcosa per far crescere la qualità della nostra scuola.

1. Non è facile raccogliere una esperienza di vita così variegata e poliedrica, quasi spezzettata in tanti frammenti al punto da essere considerata una vita "da pellegrino del mondo". Questa multiformità lo contraddistingue anche nello stile, nel carattere, nelle abi­tudini della vita di ogni giorno. P. Luigi ha sempre avuto come scenario dei suoi giudizi, delle sue valutazioni, delle sue letture, l'orizzonte del mondo. La vita gli ha richiesto di essere a contatto con realtà culturali diverse e dovunque ha portato la sua ansia di passio­ne educativa e competenza per i ragazzi e per la scuola. Nella cura di se stesso, coltivava con passione le lingue: parlava correntemente il francese, lo spagnolo ed il portoghese, conservandone quaderni di appunti e di lezioni ancora oggi. Da ultimo, anche il rumeno si era affacciato tra i suoi interessi. Nella tenace capacità di aggiornamento e di adatta­mento, sperimentata nei vari spostamenti dettati dall'obbedienza, non c'era solo curiosità di novità, ma soprattutto e sempre generosità e spirito di servizio. Nella facilitazione di navigare in internet aveva riscoperto la gioia di poter dialogare in modo nuovo e rapido con il mondo intero, attraverso un'esplorazione continua di opere letterarie, di scritti, di saggi, nelle lingue a lui familiari.

2.1 tratti del suo impegno con i ragazzi erano di una semplicità estrema e la sua peda­gogia del tutto elementare: se si fa scuola bisogna farla bene; se si assiste in cortile bisogna vigilare, se si sta con i ragazzi bisogna interessarli.. La sua compagnia era sempre mediata da tante piccole cose regalate e chincaglierie che gli servivano per agganciare e aggregare i ragazzi, La filosofia della sua relazione è ben riassunta nelle seguenti parole di Sant'Agostino (custodite da lui stesso sotto il vetro della scrivania):

"Amando il prossimo e prendendoti cura dì lui, tu cammini.

E dove ti conduce il cammino se non al Signore,

a colui che dobbiamo amare con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente? Al Signore non siamo ancora arrivati, ma il prossimo l'abbiamo sempre con noi. Aiuta, dunque il prossimo con il quale cammini

per poter giungere a colui con il quale desideri rimanere" (dai Trattati su Giovanni di Sant'Agostino)

3. Proprio nell' incuriosirsi alle cose dei ragazzi, ha maturato il suo interesse al com­puter. Ciò che stupisce è che un uomo alla sua età possa appassionarsi come un bambino all'uso del computer. Proprio con i bambini della scuola elementare di Foggia, aveva cer­cato tramite il computer di aprire una finestra sul mondo; tutto diventava appassionato oggetto di ricerca comune, di stimoli nuovi di apprendimento, di suggerimenti a nuove esplorazioni in internet. Proprio la frequentazione del magico mondo di internet era diven­tata la sua occupazione totale ed il navigare in internet gli permetteva di ricucire rapporti e relazioni che nella vita di tutti i giorni forse faceva fatica a coltivare. Quanti suoi mes­saggi da "pensiero della buona notte" per riflettere prima di dormire, o al mattino una bar­zelletta o una battuta spiritosa per suscitare il giusto buonumore prima di affrontare la giornata. Ci mancheranno gli auguri di Natale e di Pasqua colorati secondo le immagini più variegate... E le curiosità del mondo che ritagliava dai vari giornali, nazionali e loca­li, con cui quotidianamente si connetteva e dal Brasile alla Spagna all'Italia ritagliava noti­zie che sottoponeva alla critica di chi aveva pazienza nell'ascoltarlo. La sua intelligenza davanti agli eventi del mondo era come l'intelligenza di un bambino, animata da curiosi­tà, dalle piccole storie, quelle vere, quelle che riguardano l'umanità.

4. Sì, alla fine, resta l'umanità sorprendente di p. Luigi! Il carattere, la personalità potevano anche manifestare un uomo, un confratello difficile, dai modi bruschi, tagliato nelle risposte, secco negli apprezzamenti, forse anche "un po' orso", senza troppo "savoir faire" (che, come scrive lui in una lettera al provinciale, "ti fa dire le cose senza ferire, anche se ti si ferisce"). Era solo una maschera, era il suo modo di porsi, di apparire. Dietro c'è sempre stato un cuore di grande sensibilità, fino anche alla tenerezza di un pen­siero, di un piccolo regalo, di una parola di incoraggiamento, disponibile sempre a coglie­re ogni occasione "per farsi quattro chiacchiere e quattro risate". Davanti agli scontri e alle situazioni conflittuali è lui stesso ad ammettere che "la calma, la tranquillità, so di perderle e con frequenza, ma la serenità, questa mai!". Ed in effetti subito dopo la tem­pesta, sapeva ritrovare il buonumore, la battuta, sapeva riaccorciare le distanze e ripartire nelle relazioni interpersonali.

Perdonaci se non siamo stati capaci di accoglierti, di riconoscerti nella tua genuina vocazione di "essere come bambini", con lo stesso sguardo di sincerità e di curiosità che i bambini sanno tenere sul mondo.

Ma il Vangelo che per la tua vita è stato pane quotidiano, è sempre lì a ricordarci:

"Lasciate che i bambini vengano a me...

Chi non accoglie il Regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso " (Me. 10 14-15).

Grazie, p. Luigi di essere stato segno di gratuità per tanti piccoli gesti di amore.

I funerali si sono svolti alle ore 10.30 nella chiesa dell'Istituto L. Murialdo di Albano e la salma è stata seppellita nel cimitero di Albano presso la tomba di congregazione.

Albano 15-05-2006

p. Giuseppe Rainone

SUPERIORE PROVINCIALE



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