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Omelia di p.Mario Aldegani in occasione della professione perpetua di Joseph Tarawali


ABBIAMO RICEVUTO IL DONO

PER FARE DELLA NOSTRA VITA UN DONO



Festa della Presentazione del Signore – 2 febbraio 2008

Lunsar – Professione perpetua di Joseph Tarawali



     Fratelli carissimi,

                                             la Festa della Presentazione al Tempio celebra l’incontro di Dio, nel Figlio Gesù Cristo, con il suo popolo: è il compimento della profezia di Malachia, che abbiamo ascoltato nella prima lettura: “Entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate, l’angelo dell’alleanza che voi sospirate”.
L’incontro è una festa di luce: la salvezza portata da Gesù, parola definitiva del Padre, dissipa le tenebre dell’errore e il buio del peccato.
Chi accoglie questa luce nella sua vita, è nella luce e porta la luce: diventa luce per i suoi fratelli.
Il vecchio Simeone nel Tempio accoglie fra le sue braccia questa luce e compie il desiderio che aveva alimentato i suoi giorni : tutta la sua vita trova il suo senso in questo Incontro preparato ed atteso da sempre.

Nella Festa della Presentazione al Tempio, noi contempliamo Maria, la Madre, che, compiendo le prescrizioni della Legge antica, offre a Dio il suo Figlio, come era offerto ogni primogenito nel popolo ebreo.
Maria offre a Dio come dono il Figlio che aveva ricevuto in dono, ma questo gesto contiene, per la Madre e per il Figlio, un senso ed un mistero molto più grandi del compimento della Legge: il Figlio entra nel Tempio, che è suo, come sacerdote e nello stesso tempo si offre come vittima sacrificale per la salvezza di tutti; la Madre partecipa del sacrificio del Figlio, ascoltando e raccogliendo nel cuore la parola di Simeone: “Tuo figlio sarà segno di contraddizione per molti, ma anche a te, Madre, una spada trafiggerà l’anima”.
Così la Presentazione del Signore è un mistero gaudioso e doloroso nello stesso tempo: annuncio gioioso della salvezza, che si compie nella risurrezione gloriosa passando però attraverso il mistero doloroso della morte.

Il grande Papa Giovanni Paolo II ha voluto che in questo giorno liturgico fosse celebrata la Giornata Mondiale della Vita Consacrata, e ha offerto questa icona a tutti i credenti e, in special modo, ai consacrati e alle consacrate, come simbolo e traccia del loro cammino.

La vita consacrata è nella Chiesa una luce che rischiara il cammino e indica l’incontro con Cristo come il senso pieno e definitivo della vita di ogni credente.
La consacrazione è, sull’esempio di Cristo, il dono totale di sé, l’offerta gioiosa e generosa della propria vita nel compimento della volontà di Dio e nel servizio ai fratelli: è il dono che si fa dono.

Oggi per noi questa Festa ha un significato particolare perché, oggi, il nostro fratello Joseph, consapevole di avere ricevuto dal Signore, attraverso la vocazione, un grande dono, mette totalmente la sua vita a disposizione di Gesù e a servizio del Vangelo, entrando per sempre nella famiglia religiosa dei Giuseppini del Murialdo, assumendo cioè l’impegno ad essere luce per i fratelli testimoniando l’Amore di Dio e dedicandosi ai giovani poveri ed abbandonati.
La mia presenza qui, oggi, significa l’abbraccio della congregazione intera a questo nuovo nostro fratello e inoltre l’affetto e la fiducia con cui noi tutti seguiamo il cammino e lo sviluppo della nostra famiglia religiosa in Africa.

Caro Joseph: ci sono momenti nella nostra vita in cui tutto sembra raccogliersi in un senso chiaro; in cui gli anni ed i giorni, le gioie ed i dolori, i frammenti diversi della nostra vita sembrano comporsi in un bellissimo tessuto che è il progetto di Dio su di noi.
L’incontro di Simeone con Gesù nel tempio è stato forse uno di questi momenti.
Oggi per te è uno di questi momenti: vedi la tua vita tutta raccolta nella mano di Dio e la rileggi, tutta insieme, sulle pagine del grande libro del suo Amore.
La verità che affiora al cuore e alla preghiera in questi momenti è che ci sentiamo amati: rintracciamo nel tessuto dei nostri giorni la trama segreta e stupenda ricamata dalla mano di Dio; viviamo come nostra, con gioia, la parola del Murialdo: “Siamo nelle mani di Dio. Siamo in buone mani!”.
Ci accorgiamo che quello che abbiamo ricevuto e che riceviamo è infinitamente di più di quello che diamo!
Dentro la nostra anima si fa chiaro il primato dell’Amore di Dio e la nostra vita non è che tentare di rispondere alla grandezza di questo amore.

Joseph: vivi questo momento e tutta la tua vita dentro questa certezza: non sei tu che ti offri al Signore, ma Lui si offre a te, come luce, pane, forza e vigore per il tuo cammino.
La tua consacrazione, come ogni consacrazione, è risposta ad una chiamata ed impegno ad essere in mezzo al popolo di Dio, e per noi giuseppini in modo speciale in mezzo ai giovani, una presenza ed una testimonianza di Gesù, cercando di vivere come ha vissuto Lui.

Gesù è stato un uomo libero.
Un uomo libero da sé stesso. Un uomo che ha interpretato la sua libertà come adesione gioiosa alla volontà del Padre e del compimento di questa volontà ha fatto il suo cibo. Tu scegli di orientare i tuoi passi sulle orme di quest’uomo e di vivere così la tua libertà.
Un uomo libero dalle cose. Non ha disprezzato nulla di quanto c’era di bello e di buono intorno a lui; ma nulla gli era necessario e di tutto poteva fare a meno, perché si sentiva libero di essere senza avere.
Un uomo libero negli affetti: solidale con tutti e compromesso con nessuno, capace di stringere tutte le mani, senza trattenerne nessuna.

Tu ti metti sulle orme di quest’uomo.
Tu sai però che il cammino di quest’uomo è deciso ed esigente e soprattutto sai dove portano i suoi passi: l’ombra della croce sta in controluce anche nello splendore gioioso della festa di oggi.
La croce che tra poco riceverai ti dice che nella vita di Gesù l’amore si chiama semplicemente sacrificio e porta al dono totale di sé.
Così è la vita di chi è consacrato dal Signore: una vita libera di donare tutto.
Oggi viene ravvivata in te la fiamma che è stata accesa nel giorno del tuo Battesimo: sulla radice della consacrazione battesimale si innesta questa nuova consacrazione.
Dunque mantieni sempre accesa la tua lampada e la luminosa testimonianza della tua vita fedele sia luce per molti fratelli nel cammino.

Ti affidiamo alla fedeltà di Dio: essa non ti verrà mai meno.
Ti accompagniamo con l’affetto e la preghiera, invocando su di te la protezione di Maria, la Madre che ha offerto la sua vita, di San Giuseppe, tuo e nostro patrono, del Murialdo e di tutti i Santi.
Amen.


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