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"San Giuseppe" - S. Giuseppe a Torino


I Giuseppini assumono l’animazione spirituale della Parrocchia-Santuario Nostra Signora della Salute nel 1927.

Due grossi problemi si presentano nei primi anni: la vita delle associazioni cattoliche osteggiata dal fascismo e la ripresa dei lavori per il completamento del Santuario. Tali lavori erano sospesi da parecchi anni per mancanza di fondi.

I Giuseppini portavano alla Salute non solo l’oratorio San Martino, ma anche i proventi della vendita del vecchio stabile dell’oratorio situato verso il centro città. I lavori per il santuario hanno una boccata di ossigeno e vengono portati verso il loro completamento.

L’altare di San Giuseppe inizialmente era collocato accanto all’altare della Madonna, ma quando nel 1937, viene eretto, per N.S. Della Salute, l’altare monumentale opera dell’Arch. Chioccarello, il vecchio altare, grande bello, ornato dalle statue dei quattro evangelisti, viene dedicato a San Giuseppe e ricostruito in fondo al braccio desto del santuario, proprio di fronte all’altare della Madonna. La statua di San Giuseppe era posta in alto, quasi in sacra conversazione con i quattro evangelisti.

Quando, nel 1971 le spoglie di San Leonardo Murialdo, proclamato Santo dal Papa Paolo VI, giungeranno al santuario, saranno collocate provvisoriamente all’altare di San Giuseppe. Questo verrà smantellato definitivamente negli anni 90, per la sistemazione dell’urna con le reliquie del Santo Fondatore dei Giuseppini e la costruzione della grandiosa vetrata.

E San Giuseppe?

San Giuseppe sembra quasi avergli ceduto il posto ed essersi ritirato a fianco su un’ampia parete che guarda la tomba di Don Eugenio Reffo.

Il quadro di San Giuseppe è opere di Pietro Favaro: un ampio dipinto ad olio raffigurante San Giuseppe e Gesù adolescente. A fare da sfondo è raffigurata la chiesa di Borgo Vittoria e più in su, sulla collina torinese, la basilica di Superga.

Il dipinto è di grande dolcezza e serenità di colori, specchio della gioia dei due personaggi, ambedue sorridenti, in un atteggiamento di intesa che va molto al di là del sorriso da posa fotografica.

Gesù adolescente tiene tra le mani un ramo d’olivo, segno di pace tra Dio e l’uomo. Questo particolare riconduce alla titolazione della chiesa e all’immagine della Madonna della Salute. Il dittamo che reca fra le mani la Vergine, dipinta dal Reffo e l’ulivo del Figlio nell’opera del Favaro, si richiamano a vicenda e hanno il duplice valore simbolico di salvezza fisica e di salvezza spirituale.

Ciò che unisce idealmente tra loro le due piante, il dittamo e l’ulivo, è la croce, salvezza del mondo, che reca in mano il Bimbo nel dipinto del Reffo.

 

p. Giuseppe Bellotto

 


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