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Fr. Gaetano Ambrosio (15/11/1914-29/8/2007)



S. Giuseppe Vesuviano (NA) - 15 novembre 1914

S. Giuseppe Vesuviano (NA) 29 agosto 2007



Il Signore ha chiamato a sé fr. GAETANO AMBROSIO la mattina del 29 agosto 2007.

La sera precedente fr. Gaetano era stato vittima di una caduta le cui conseguenze sono apparse subito gravi, dato il suo stato generale di salute. La corsa in ospedale è ser­vita solo a confermare le preoccupazioni di chi lo aveva soccorso; riportato a casa si è spento, riconsegnando al Signore la sua lunga vita di quasi 93 anni. Le esequie sono state celebrate la mattina del 30 agosto nel santuario di San Giuseppe Vesuviano e poi fr. Gaetano è stato sepolto nella cappella della congregazione nel cimitero di Ottaviano, insieme a tanti confratelli, molti dei quali nativi di San Giuseppe Vesuviano.

Una lunga vita tra i ragazzi

Fr. Gaetano nacque il 15 novembre 1914 a San Giuseppe Vesuviano e presso il san­tuario di San Giuseppe, nel quale ricevette i sacramenti dell'iniziazione cristiana, trascor­se i suoi primi anni.

I Giuseppini del Murialdo arrivarono a San Giuseppe Vesuviano alla fine del 1928 con padre Ottavio Colle, primo parroco e superiore giuseppino del santuario e della par­rocchia. Il giovane Gaetano dovette rimanere entusiasta di quei nostri primi confratelli se nell'anno 1931 - 1932 lo troviamo novizio a Rivoli. Fr. Gaetano fu quindi uno dei primi frutti della presenza giuseppina, compagno di noviziato di Angelo Cuomo, primo sacer­dote giuseppino sangiuseppese.

Terminato il noviziato con la prima professione (27 agosto 1932), frequentò a Ponte di Piave le medie superiori. Giovane confratello fu destinato all'opera "Pio -X" di Roma (1935-1939), prima con il compito di assistente e quindi di incaricato della scuola aposto­lica. Un incarico di fiducia che ci dice qualcosa del giovane Gaetano, stimato per la sua pietà e condotta da religioso.

Seconda tappa del suo cammino da giuseppino fu Foggia, all'opera "San Michele", 1939-1943. Fr. Gaetano aveva fatto la sua professione perpetua il 5 settembre 1939 a Vicarello, Roma, e nel 1940 aveva conseguito a Genova il diploma magistrale. Aveva rag­giunto la sua meta con la donazione totale al Signore e aveva conseguito la qualifica che lo avrebbe contraddistinto per tutta la vita: essere insegnante, tanto che in comunità fu pre­sto chiamato "professore", segno di rispetto e di stima.

Con il compito, appunto, di insegnante tornò a Roma; prima al "Tata Giovanni" (1943-1945), poi ancora all'opera "PioJF, fino al 1953.

Dal 1953 al 1961 fr. Gaetano fu insegnante ed assistente all'Istituto "Murialdo" di Albano, e nel 1961 arrivò a San Giuseppe Vesuviano.

A San Giuseppe Vesuviano insegnò nelle scuole medie inferiori frequentate dagli aspiranti giuseppini, allora numerosi nella locale'scuola apostolica. Lettere, matematica, disegno, educazione fisica: le discipline da lui insegnate. Molti di quei ragazzi oggi sono confratelli giuseppini e ricordano con simpatia fr. Gaetano come insegnante, educatore, organizzatore di giochi olimpici, assistente nei vari momenti della giornata.

Qui a San Giuseppe fr. Gaetano visse l'ultimo e lungo tratto della sua vita. Non fu mai inoperoso: per chi ama la propria casa c'è sempre qualcosa da fare. Venne poi il tempo della malattia che un poco alla volta piegò la sua forte fibra. Gli ultimi tempi li trascorse soffrendo e pregando, invocando la mamma e ringraziando per ogni servizio che gli si poteva rendere.

Educare insegnando

"Educare insegnando" potrebbe essere lo slogan che riassume e dà senso a quanto vissuto da fr. Gaetano come giuseppino. Da insegnante elementare, preferiva avere la clas­se quinta, e da professore nelle medie inferiori, espresse il suo modo di essere giuseppino, fondendo la sua vocazione religiosa con le attitudini professionali di cui era dotato. Gli abitanti di San Giuseppe Vesuviano ricordano con affetto una sua sorella, la signorina Franca Ambrosio, da tutti chiamata "Checchina", che fu insegnante elementare per mol­tissimi anni. Mi pare di poter affermare che l'essere insegnante sia stata una vocazione di famiglia in casa Ambrosio, anche perché quanto si disse della sorella si può ben dire del nostro confratello. «Chipotrà mai dimenticare il suo simpatico sorriso? La sua modestia, la sua religiosità, il suo attaccamento al dovere, la sua scrupolosità in tutto e la sua abi­lità nell 'insegnamento"?» (Da un articolo in ricordo della maestra Franca Ambrosio, 1985).

Fr. Gaetano è appartenuto a quella generazione di giuseppini che hanno creduto nella scuola quale formidabile mezzo educativo dei ragazzi specie nell'età della adolescenza. Occorre anche dire che la presenza tra i ragazzi non era solo legata all'orario scolastico; oltre la scuola c'era l'assistenza in studio e in ricreazione, in refettorio e in dormitorio, condizionati ma anche favoriti dall'ambiente dell'internato. In ogni caso la scuola e lo stu­dio rappresentavano le principali occupazioni della giornata e tra insegnante e la "sua" classe si veniva a stabilire un rapporto profondo e duraturo. Allora l'educare trovava nella condivisione della giornata il contesto della sua efficacia.

Qualche tratto del suo stile

Un tratto del "professor" Ambrosio ha colpito i confratelli e quanti lo hanno cono­sciuto: la sua signorilità. Premuroso con gli ospiti, gentile verso tutti, aveva un suo modo di presentarsi e di stare con gli altri che coniugava insieme rispetto dei modi e attenzione alla persona. Secondo un certo stile dei confratelli laici, vestiva sempre con giacca e cra­vatta, forse memore dell'insegnamento che affermava di vedere nell'ordine esterno della persona un segno dell'ordine interiore.

Fr. Gaetano aveva anche un buon animo da artista e chi da prete novello andava a San Giuseppe Vesuviano poteva ammirare le sue frasi augurali scritte su una lavagna con i ges­setti colorati, e poi fotografate per ricordo. Nella sua camera conservava ancora moltissi­mi disegni che gli erano serviti da modelli nella scuola.

I confratelli della sua comunità ricordano come fr. Gaetano fosse attento all'abita­zione dei confratelli: amava una casa povera ma dignitosa, pulita, e possibilmente con porte e finestre chiuse... al momento giusto. Alle volte fi-. Gaetano se ne faceva uno scru­polo, specie negli ultimi anni; i confratelli sapevano di questa sua preoccupazione e capi­vano che anche così mostrava amore alla casa della comunità.

Da san Giuseppe, del quale era molto devoto, imparò la virtù della laboriosità. In classe e in cortile, c'è sempre da fare per chi vuole essere educatore a tempo pieno.

La preghiera

Nella celebrazione delle sue esequie fu letto il vangelo di Giovanni al capitolo sesto. Fu una scelta dettata dai suoi confratelli che così volevano ricordare fr. Gaetano quale devoto dell'Eucaristia e, in generale, ringraziarlo della preghiera offerta in questi ultimi anni.

Pensando a lui, credo che nasca in tutti il bisogno di pregare perché il Signore doni alla nostra congregazione altre vocazioni religiose. Fr. Gaetano per alcuni anni fu autista per un confratello incaricato dell'animazione vocazionale e per tanto tempo fu insegnan­te di futuri sacerdoti giuseppini. La preghiera per le vocazioni a me sembra che sia un debito di riconoscenza verso fr. Gaetano e verso altri confratelli, che per le vocazioni hanno lavorato e pregato con fiducia e senza risparmio.

p. Tullio Locatelli

c.s.j. superiore provinciale


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