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Fr. Luigi Montagna (9/6/1911-16/9/2001)


Vicenza, 9 giugno 1911

Pinerolo (To), 16 settembre 2001



"LA GIOIA DEGLI UMILI È IN DIO!"

Questa frase, che intitola nel breviario il cantico del 1 ° Libro di Samuele, mi sembra una sintesi perfetta tra fede, umiltà e sorriso: le qualità che hanno caratterizzato la vita e la spiritualità del nostro carissimo confratello Fr. LUIGI MONTAGNA.

È morto Domenica 16 settembre 2001 alle ore 12.15 presso 1' Ospedale Civile di Pinerolo (To); aveva compiuto 90 anni nel giugno scorso ed era quindi il più anziano della nostra provincia religiosa e tra i più anziani della Congregazione. Era stato ricoverato solo tre giorni prima poiché da qualche tempo le sue forze stavano declinando: faceva sempre più fatica a respirare e a nutrirsi, oltre ad una forma di parkinsonismo che lo affliggeva da anni e gli impediva di parlare e di camminare. I medici parevano intenzionati a dimetter­lo, ma una improvvisa crisi nella mattinata di domenica l'ha portato a spirare serenamen­te, lucidissimo fino alla fine.

Anche a me resta, come piccolo tesoro, il ricordo di quelle che sono state probabil­mente le sue ultime parole: alla suora, che gli chiedeva se mi riconosceva, lui ha risposto con fatica, balbettando e sillabando come al solito, ma con il suo consueto sorriso e con i suoi occhi vivissimi, che potrete vedere anche nella foto della sua immaginetta- "don Ma-rio-li-no!".

Fr. Luigi era a nato a Vicenza il 9 giugno 1911 da Giuseppe e Adele Campanaro; una famiglia numerosa la sua, conosciutissima in Borgo S. Lucia. Suo fratello Antonio e le sorelle Maria, Teresa e Anna, ancora viventi e di età compresa tra gli 85 e i 94 anni, potreb­bero testimoniare il clima di fede e di bontà che hanno respirato nella loro casa e che ha senza dubbio segnato la loro interiorità. È certamente qui che Luigi aveva già imparato lo spirito onesto e religioso, ma anche lo stile semplice e povero, che lo ha visto sempre con­tento dell'essenziale, privo di qualsiasi cosa superflua e attento a evitare ogni più piccolo spreco, riciclando anche il minuscolo pezzetto di carta.

Luigi a 14 anni già lavora in legatoria, prima alla Cangini e poi alla Favero di Vicenza. Anche da lavoratore, è assiduo frequentatore del Patronato "Leone XIII" dei Giuseppini: è un attivissimo giovane, impegnato nell'Azione Cattolica, di cui diventa anche presiden­te. Memorabile la sua esperienza anche nella banda, dove suonava la tromba e il bombar­dino.

A 28 anni però in lui nasce qualcosa di nuovo: con la guida spirituale di d. Domenico Apolloni sceglie di iniziare il postulato a Montecchio Maggiore e l'anno successivo (siamo nel 1940) entra nel noviziato a Vigone: è un anno da record con ben 60 novizi (altri tempi per le vocazioni alla vita consacrata!) guidati da d. Giovanni Apolloni e d Pietro Poletti.

Dopo la prima professione religiosa Fr. Luigi viene trasferito a Pinerolo, dove i Giuseppini del Murialdo avevano cominciato da un anno una nuova presenza alla Colonia Maffei (la gloriosa "università di Risagliardo"); sono anni eroici: Luigi inizia il suo servi­zio nella Tipografia di Via Vescovado, insieme a Fr. Angelo Armati con il quale ha condi­viso una lunghissima esperienza di vita e di lavoro, che ha attraversato mezzo secolo. Nel 1943, in piena guerra, vengono anche imprigionati per un giorno e una notte, insieme a 4 tipografi, nella caserma Cavalleria di Pinerolo per essere condotti con i repubblichini in Germania; il deciso intervento di d. Giovanni Davico, che minacciava di non far uscire il giornale "L'Eco del Chisone" se non li avessero liberati, risolse favorevolmente quel dif­ficile momento.

Nella comunità di Pinerolo Luigi trascorre tutto il resto della sua vita, oltre 60 anni! Lavora nella Tipolitografia Giuseppini, trasferita nella nuova sede dell'Istituto "Murialdo" di Via Regis, finché le forze fisiche glielo consentono e poi, nella sua stanzetta-laborato­rio si dedica con spirito laborioso ammirevole e tenace alla rilegatura di libri, giornali e riviste; non rinuncia però a tanti altri piccoli servizi alla comunità e alla casa, come la cura della sacrestia, dei fiori e delle piante...

Dall'aprile del ' 97, sempre meno autosuffìciente, era ospite della Casa di Riposo per sacerdoti e religiosi "Boccardo" di Pancalieri, dove è stato seguito con pazienza e affetto dal personale e dalle Suore, le Povere Figlie di S. Gaetano, in particolare Sr. Maria Lena e Sr. Liduina, che ringrazio di cuore a nome della Congregazione.

La vita di Fr. Luigi è stata un luminoso esempio di semplicità e di purezza. Tutto in lui ci faceva pensare alla serenità dei piccoli e dei poveri del Vangelo. La sua esistenza è stata il canto dell'umiltà e del dono, il trionfo della dolcezza e del rispetto verso tutte le perso­ne, l'apoteosi del lavoro silenzioso e della gioia interiore più profonda, di cui il suo peren­ne sorriso era solo un segno. Certi slogan giuseppini, ispirati al Murialdo, che ripetiamo spesso e che appaiono sui nostri poster o sulle nostre immaginette, in lui diventavano non parole o chiacchiere vuote, ma fatti concreti, perché vissuti per davvero: "straordinario nell'ordinario ", "fare e tacere", "senza la fede non si piace a Dio, senza la dolcezza non si piace al prossimo ",...

I suoi formatori, all'inizio del suo cammino da consacrato, intuirono bene queste qua­lità se hanno lasciato scritto su un foglietto: "pietà: ottimo ed esemplare" e poi le virgo­lette per non ripetere gli stessi aggettivi anche alle altre voci: dipendenza, osservanza, carattere,. . . Solo nella salute l'hanno definito "gracile", mala sua esile costituzione fisi­ca nascondeva una tempra forte e robusta, che l'ha condotto ai 90 anni!

Fr. Angelo Armati, che ha trascorso una vita con lui, mi ha scritto: "Luigi ...di un'umiltà estrema. Ha vissuto nell'ombra, non ha malfatto parlare di sé e di sé non ha mai parlato. Se doveva scegliere qualcosa per la sua persona, non aveva dubbi: la scelta cade­va su quanto umanamente era da scartare. Pervaso da una grandissima carica spirituale che lo sosteneva, era sempre sereno in qualunque circostanza anche dolorosa. Mai un moto di esultanza o di dolore... ".

Alcuni anni fa il settimanale locale di Pinerolo, molto diffuso, "L'Eco del Chisone", per il quale ha tanto lavorato, gli ha dedicato un profilo, a firma del direttore, intitolato: "Luigi il grande" nel quale si legge tra l'altro: "...magro, svelto, sempre sorridente, con occhi di immenso candore... Per me è il più grande dei pinerolesi ...Non è ancora storia, non sarà mai storia, non è scuola, non è leadership, non è istituzione, è semplicemente una creatura che ha Dio nel cuore, la sua sapienza, la sua grazia. Niente gradi, niente onorificenze, ...ma quel soffio leggero dello Spirito che lo stabilisce nella gioia conti­nua,... dal suo cuore, la sinfonia di Dio ... Dio al naturale, allo stato puro ... Luigi è in compagnia con tutti noi, sempre, compagnia sorprendente, stabile, silenziosa. ...È una sto­ria piena di senso, ricca di tutto ciò che è meraviglia. Un punto luminoso: e non è lonta­no, non è irraggiungibile, non è complicato, ...È un punto e basta".

Carissimo Luigi, nella tua vita hai rilegato decine di migliaia di libri: colla, filo, ago e cartoncini; nelle tue mani sono passati miliardi e miliardi di parole stampate. In mezzo a tanti volumi, riviste e giornali scritti da chissà quanti giornalisti e letterati più o meno celebri, forse non ti sei accorto che anche tu, nel frattempo, sei diventato un autore e non solo un rilegatore; anche tu hai scritto il tuo libro, il più stupendo e importante; noi, che ti abbiamo conosciuto, abbiamo potuto leggerne per fortuna qualche pagina. È un libro senza prezzo di copertina, perché ha il sapore della gratuità e perché il suo valore è comun­que incalcolabile. Grazie perché con la tua vita hai scritto parole indelebili e piene di senso. Questa volta tocca a noi rilegare il tuo libro, perché non si sgualcisca, perché nes­suna delle immense ricchezze che contiene vada perduta.

Guardandoti e ricordandoti sapremo riconoscere facilmente i punti di riferimento più giusti e più veri; così molte delle cose che leggiamo e sentiamo attorno a noi, a confronto della saggezza e del silenzio del tuo libro, impallidiranno come vuote e superflue scioc­chezze.

Luigi ora è nella pace dei giusti e dei semplici, la pace dei miti e dei puri di cuore: ades­so può veramente incontrare quel Padre che era ed è l'origine più profonda della sua gioia, il motivo vero della sua umiltà, la meta ultima della sua fede. Affidiamo alla misericordia di Dio questo nostro fratello, a cui abbiamo voluto tutti bene, perché se lo meritava. E pre­ghiamo perché la piccola, ma tenace fiammella che è stata la sua vita, anche in questi tempi bui che il mondo sembra attraversare, sia ora una stabile e luminosa stella, che da lassù continui a guidarci.

p. Mario Parati
superiore provincia piemontese


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