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E.Cunial: Il Carisma del Murialdo e la figura di San Giuseppe


da: AA:VV., Schemi per conferenze settimanali, LEM, Roma, 1990, pp.15-18


Non ci è ancora dato di capire a sufficienza, quanto abbia influito un modello preciso nella illuminazione, nella appropriazione e nell’allargamento del carisma, da parte del Murialdo.

Mi riferisco alla figura di S. Giuseppe, colta non solo in relazione alla responsabilità ricoperta in seno alla Sacra Famiglia, ma per una molteplicità di attitudini che la figura del Santo presenta nel contesto evangelico e nella tradizione cristiana, ed ancora ( e qui sta soprattutto l’originalità del carisma), per la necessità che il Murialdo ravvisava di quelle attitudini, per la società, per il periodo storico d’Italia e d’Europa.

Sappiamo storicamente che nell’800 cattolico, la figura di S. Giuseppe ha ricevuto illuminazione da ricerche storiche cristiane e profane, legate a quella tendenza di ritornare alle origini, che fu propria del Romanticismo filosofico e letterario. In questa scia si colloca anche la predilezione di taluni santi, fondatori e no, contemporanei del Murialdo, per la devozione a S. Giuseppe, sostenuta del resto, da documenti della Chiesa, da un lato, e dall’altro, dalla riscoperta del mondo operaio, fenomeno sociale precipuo dell’800.

Vi sono sottolineature, nella nostra Regola, relativamente al carisma, che costituiscono una via interiore alla comprensione dei sentimenti del nostro santo Fondatore.

Passiamone in rassegna qualcuna:

a) La scoperta del silenzio, che non coincide esattamente con l’esigenza di umiltà ed interiorità, ma diviene scelta operativa, incomprensibile con l’evangelizzazione, se il Murialdo non avesse intuito che i tempi e la vita cristiana esigevano questo, come capacità di convincere, come metodologia evangelica e stile totalmente diverso dalla risonanza di accuse reciproche e libelli dell’epoca. Ancora incomprensibile la scoperta, se, stanti le scelte pedagogiche della Congregazione, il santo Fondatore, non avesse percepito in chiave moderna, la funzione pedagogica del colloquio riservato, intimo, con i giovani.

Quando egli suggeriva: “I confratelli non mostrino un volto adirato...non si lascino prendere dall’agitazione...dallo spirito di rivalsa...non mostrino zelo amaro” ecc. era un modo di intuire la preziosità del silenzio, incarnato nella figura di S.Giuseppe.

b) La percezione dell’operatività dello Spirito santo e della Provvidenza, contemplata nella figura di S. Giuseppe, rivelava uguale necessità per la Chiesa dei suoi tempi, ed era una scelta di fiducia, per una missione così difficile, qual è quella dell’educatore dei giovani, nel mondo dell’emarginazione.

Lo Spirito santo aveva guidato Maria e Giuseppe a percepire i segni del Padre, ad accettare, con visione costruttiva, avvenimenti storici di per sé ostili alla sacra Famiglia. La Provvidenza aveva guidato le tre fragili Persone fra le innumerevoli contraddizioni della storia, e S. Giuseppe rivelava, nel suo silenzio, una linea decisionale sicura. Non era il titubante.

c) L’attitudine di S. Giuseppe, ad inserirsi nel tessuto sociale esistente, a conforto e sostegno dell’Incarnazione del Figlio di Dio, nella storia.

d) L’esperienza dell’accettazione dei limiti propri e degli altri, la comprovata certezza che il Signore agisce anche attraverso personalità limitate ed eventi ingiustificabili, fa della figura di S.Giuseppe, la più qualificata raccomandazione, per una obbedienza non conforme a proprie vedute, quale si richiede nella vita religiosa.

e) Lo “spirito di famiglia” che aleggiava a Nazaret, è stato sempre nel Murialdo oggetto di desiderio e contemplazione. Lo vide necessario per ricostruire, sui rottami sociali della famiglia, dei giovani cui la congregazione si dedicava e sui disastri provocati da tante teorie sociali dell’epoca, l’autenticità dell’anima e delle relazioni. Spirito di “ben unita famiglia”, è stato l’insegnamento costante della Congregazione. Non si trattava solo di un modo familiare di gestire il carisma, ma di un dono utile e sommamente desiderabile che il Murialdo aveva notato nella figura di S. Giuseppe.

f) La capacità che era stata intuita nel capo della sacra Famiglia di guidare il protagonismo altrui ad un unico progetto, lasciando agli altri la gloria, fu assunta dal Murialdo come linea operativa per sé e per la famiglia religiosa.

g) La capacità che aveva S. Giuseppe di percepire, fra tante parole e iniziative date dal Signore, quelle che in particolare modo erano dette e affidate a lui per la realizzazione, fu ancora assunta dal Murialdo, il quale spiava i segni del Signore per sé e per l’agire della Congregazione. La devozione a S. Giuseppe da parte del Murialdo, fu dunque più che un pio rivolgersi all’intercessione ed alla protezione del padre putativo di Gesù e Sposo di Maria SS., ma la scoperta del dono divino in uno stile e completezza umani.



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