Il nuovo Welfare può partire dalle uova di cioccolato. La Spes, la fabbrica del cioccolato all’ombra del campanile della parrocchia Madonna di Campagna a Torino, ha riaperto i battenti: giusto in tempo per assicurare ai bambini le ottime uova di Pasqua che ogni anno fanno registrare il tutto esaurito. La storica cioccolateria-pasticceria, dal 1970 in via Saorgio 139/b, molto conosciuta nella zona Nord della città per l’ottimo rapporto qualità-prezzo dei prodotti e per l’attività no profit oggi legata in particolare alle attività giovanili e missionarie dei Giuseppini del Murialdo, ha ripreso la produzione di dolciumi a metà marzo.
Ma non si tratta solo della riapertura di un’attività che per motivi di crisi era stata chiusa ma dell’inizio di un progetto che, se funzionerà, potrà creare occupazione per i giovani interessati al settore dolciario. «La cooperativa Spes-cioccolato che gestiva la pasticceria, per alterne vicende ha chiuso l’attività – spiega don Danilo Magni, giuseppino, direttore dell’Opera torinese del Murialdo – così come Congregazione abbiamo pensato che rilanciare una piccola impresa come la Spes, già molto avviata nel territorio, potesse essere un’opportunità di lavoro per alcuni dei nostri giovani. Allora, abbiamo acquistato dal proprietario della cooperativa chiusa i macchinari e affittato i locali del negozio e del laboratorio dai frati Cappuccini che ne sono i proprietari, anche per garantire continuità con la storia dell’azienda». Una collaborazione che si rafforza tra la parrocchia di Madonna di Campagna e la vicina Nostra Signora della Salute affidata alle cure dei Giuseppini del Murialdo.
E così è nata la cooperativa «Gruppo Spes s.c.s.», laboratorio di produzione di cioccolato e pasticceria con vendita al dettaglio e all’ingrosso: per ora in organico ci sono 8 persone in questi mesi molto indaffarate a far ripartire la fabbrica del cioccolato che è ripartita proprio nell’imminenza di Pasqua. «Abbiamo coinvolto in questa avventura - prosegue don Danilo la cooperativa sociale «Le Soleil» di Verres, già nostra partner in altri progetti socio-educativi, che come noi è divenuta socia sostenitrice di Gruppo Spes. L’idea, se tutto andrà per il meglio, è quella di aprire in futuro anche in Valle d’Aosta altri punti vendita nel settore della ristorazione per dare lavoro a giovani con qualifica. Ma non vogliamo correre, siamo nella fase dello ‘Start up’ come si dice tecnicamente e cioè nel periodo di lancio di un ‘impresa in cui si valutano costi e benefici. Se funziona andremo avanti».
Sì, perché una delle sfide che sta lanciando l’Opera torinese del Murialdo, a partire dal rilancio del collegio Artigianelli che il san Leonardo ha retto per 30 anni per insegnare un mestiere ai ragazzi più poveri, è quella di educare i giovani ad una nuova cultura del Welfare e cioè dove il settore no profit produce autonomamente ricchezza – senza aspettare il sostegno economico pubblico - reinvestendo i guadagni in formazione al lavoro dei giovani, in animazione e coesione sociale. «Ciò che sta dietro il Gruppo Spes – che, come dice il nome della cooperativa è anche la nostra ‘speranza’ è l’idea dell’incubatore di impresa ma anche di incubazione sociale: in un momento in cui lo stato sociale è in deficit i nostri ambienti possono anche con piccoli progetti come una pasticceria offrire spunti per creare occupazione giovanile – prosegue don Magni - Se il Gruppo Spes nel piccolo avrà creato qualche posto di lavoro, avrà dato l’opportunità agli allievi che frequentano i nostri corsi di formazione professionale di mettere in curriculum un esperienza di stage qualificante da spendere nel settore dell’arte bianca o avrà spinto qualche giovane ad avviare un’impresa simile avremo raggiunto il nostro obiettivo».
Marina Lomunno
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