E’ la domenica in cui a Torino, Chiesa della Salute, si celebra con solennità la festa del Murialdo.
Un po’ prima della Messa sono seduto, in silenzio, davanti all’urna del nostro Santo, immerso nei miei pensieri: il Capitolo generale imminente, tante speranze e sfide della Congregazione nel mondo… ma, soprattutto la triste vicende accaduta a Brindisi (Italia), ieri, 19 maggio, dove una ragazza di 16 ha trovato la morte per lo scoppio di una bomba messa ma mani assassine.
Ho sentito alla radio che questa ragazza, soccorsa quando era già in fin di vita, avrebbe mormorato: “Mi chiamo Melissa Bassi: che cosa è successo?”.
Già, che cosa è successo, che cosa succede…
A te, Melissa, è successo che sei diventata un angelo del cielo ed ora sei nelle mani di Dio, per sempre. Non devi avere paura più: ora nessuno dei tuoi sogni sarà più spezzato.
Ma a noi che cosa succede… che cosa succede in questo mondo, se la follia omicida non risparmia neppure dei ragazzi che stanno entrando nella loro scuola; se una società sbagliata, che sembra aver toccato il fondo nel suo essere senza valori e senza punti di riferimento, ora ruba il futuro anche ai giovani…
Sto pensato (o forse pregando) con questi pensieri, quando, alzando la testa, vedo una donna – una mamma, di certo, - che si avvicina all’urna del Murialdo e posa accanto ad essa una rosa rossa. Si ferma qualche minuto, e poi, prima di andarsene, si asciuga una lacrima.
Non so per chi era quella rosa, né chi ricordava quella lacrima, che ha rigato il suo volto di madre. Forse il pensiero di un figlio perduto, forse il ricordo di un dolore, forse il simbolo di un amore o di un’invocazione.
Avvolto nei miei pensieri, ho voluto vedere in quella rosa rossa un gesto di amore verso i giovani e una preghiera al Murialdo per loro.
L’ho voluta pensare per Melissa e per tutti i giovani strappati alla vita e ai loro sogni dalla violenza e dall’ingiustizia, ingannati dai falsi maestri e traditi da chi li sfrutta e li strumentalizza, anziché aiutarli a levare il volo della vita.
Avevo preparato una bella predica per la gente che gremiva la chiesa della Salute nel giorno della festa del Murialdo, con tantissimi giovani.
Mi è rimasta nella mente e nel cuore solo quella rosa rossa.
Così, davanti a tutti, all’inizio dell’omelia, ho chiesto ad un ragazzo che stava nelle prime file, di portare anche lui una rosa rossa sull’urna del Murialdo: per lui, per Melissa, per tutti i giovani e affidarli al Signore per intercessione del nostro Santo, che dei giovani fu un vero amico.
E anche per noi, suoi figli ed eredi del suo carisma di donare della vita per i giovani e la loro salvezza terrena ed eterna, perché questa passione sia nella nostra vita un fuoco che accende altri fuochi.
Una rosa rossa, per tutti i giovani del mondo.
Ne perdantur. Perché non si perdano.
d. Mario Aldegani
Padre generale
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