In questo lungo viaggio riflessivo attraverso i vari piani di impegno ed interesse giovanile non poteva mancare quello dello sport. Un aspetto della vita giovanile tanto diffuso quanto determinante per la formazione umana e non solo.
Impegnarsi in uno sport significa impiegare parte del proprio tempo libero in un’attività piacevole, significa prendere confidenza con il proprio corpo, con le proprie potenzialità e con i propri limiti, significa misurarsi con le proprie capacità, significa aderire ad una serie di valori fondamentali dal punto di vista formativo: confronto con se stesso, con gli altri, con gli avversari, con gli arbitri, con il proprio allenatore e compagni di squadra.
Lo sport in quanto tale fa dunque parte dell’educare: non è semplicemente trasmettere delle regole, delle tattiche o degli schemi, ma è soprattutto fornire ai ragazzi delle opportunità e degli strumenti idonei per trovare la propria “Essenza” di persona, di atleta e di cristiano, valorizzando il giovane per quello che è, non per quello che gli “altri” (gli allenatori in questo caso) vorrebbero che diventassero.
L’attività sportiva apre un canale, una strada che può aiutare a conoscersi, ad assumere seriamente un impegno, a superare le difficoltà, a tirare fuori il meglio di se stesso, a socializzare, a capire il valore del gruppo e del “gioco” di squadra, nel campo come nella vita dove fare rete, fare famiglia, fare comunità è fare chiesa.
Per questo motivo lo sport non può e non deve mancare in un oratorio che vuole proporsi come tale. Lo sport è educativo, l’oratorio è luogo educativo, spetta all’oratorio far sì che i valori dello sport non decadano nell’esagerazione dell’agonismo, ma che siano uno strumento educativo per i ragazzi e ragazze.
L’ obiettivo non è quello di avere dei “campioni” a tutti i costi, perdendo di vista i valori umani dei proprio atleti; ma piuttosto quelli di aiutarli – attraverso lo sport – nel loro cammino di crescita globale (relazionale – personale – spirituale) che tocca tutte le dimensioni di una persona, contributo al superamento di questi ormai noti “multipiani” che spezzano l’unità della persona, confondono in profondità il proprio animo creando personalità deboli e fragili.
L’esperienza di molti ragazzi ci continua ad insegnare giorno dopo giorno che proprio grazie allo sport, quello “sano”, si riescono a vincere le proprie paure e raggiungere traguardi che prima potevano risultare impossibili.
Lo sport sa parlare alle persone con un linguaggio semplice, aiutandole giorno per giorno a realizzare le proprie mete, aspirazioni e a prendersi coscienza dei propri limiti e capacità.
Il vero sportivo sa, che la vittoria e la sconfitta fanno parte della vita, quindi bisogna saper vincere senza ambizione, prepotenza ed umiliazione dell’avversario.
In verità, la vittoria, ogni atleta la ottiene tutte le volte che dà il meglio con se stesso, in verità ciascuno di noi “vince” ogni volta che fa fino in fondo e nel modo migliore possibile ciò che ha scelto, per cui si sente chiamato, che dà senso al proprio percorso di vita.
Paolo Corona (responsabile pastorale dello sport oratorio san Martino)
Alessandro Mazza (responsabile pastorale giovanile oratorio san Martino)
 |
torna al sommario |