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"Il Murialdo ci parla" - Natale: carità e amore di Dio per noi.


Questi pensieri, tratti da una predica tenuta dal Murialdo nel Natale del 1851, rivelano lo spirito e il cuore del Murialdo che tutto vede alla luce dell’amore di Dio per l’uomo. Questa certezza deve spingere l’uomo a contraccambiare l’amore di Dio con una vita di amore.


“Quale gioia è per noi trovarci radunati a celebrare il grande mistero del Natale, della nascita di nostro Signore Gesù Cristo. Che gioia adorare e amare Gesù! Quanti sentimenti di ammirazione, di giubilo e di amore verso Dio sorgeranno in noi nel rinnovare la memoria di quel grande mistero che, 1851 anni fa, in questa stessa notte, si compiva in una capanna presso la città di Betlemme ove il Figlio di Dio, Gesù Cristo nostro Signore, nasceva da Maria Vergine Santissima. Fortunata quella notte che vide Dio fatto uomo! Dio fatto uomo? Sì, il Dio della maestà e della gloria, il Dio che lassù nei cieli è circondato e adorato dagli Angeli, dagli Arcangeli, dai Serafini e dai Cherubini, il Dio onnipotente che ha creato dal nulla il cielo, la terra, il sole, le stelle e tutto quanto esiste; il Dio, unico padrone e signore dell’universo, del Paradiso, di tutto il mondo, del cielo e della terra, eccolo in una stalla, deposto in una mangiatoia su poca paglia, in mezzo a due vili animali.

Quel Dio che in Paradiso è felicissimo in se stesso e pienamente beato, eccolo ridotto a soffrire e a piangere; eccolo ridotto allo stato di un bambino misero, debole, povero che non può fare nulla da se stesso e ha bisogno della madre; eccolo posato su poca paglia a soffrire intirizzito dal freddo, a patire, a piangere. Oh, mistero! Oh, meraviglia! Un Dio che piange!

Perché si è ridotto in questo stato di sofferenza e di abiezione? Perché si è fatto uomo? Per i nostri peccati. Noi tutti eravamo condannati all’inferno e non avevamo speranza di salvezza… Ma Dio buono, misericordioso, dolcissimo non poteva accettare che noi fossimo infelici per sempre… e per questo si fece uomo… per morire poi sulla croce per noi. Ecco la ragione della sua nascita: per la nostra salvezza… Carità e amore di Dio per noi! Oh, quanto sei buono, o Signore!... Dio ha amato noi più che non abbia amato se stesso, e perciò per il nostro bene ha voluto tanto soffrire nella sua nascita affinché vedendolo povero, sopportassimo con pazienza la povertà; vedendolo soffrire sopportassimo con rassegnazione qualunque sorta di tribolazioni che Dio ci manda; vedendolo tanto patire ci intenerissimo e lo amassimo. E chi di noi potrebbe vedere Dio fatto bambino, Dio sofferente, Dio piangente e non essergli grato e riconoscente? Potremmo pensare che patisce tanto per noi… e negargli il nostro affetto? Oh, no, che noi non poniamo resistenza al suo amore per noi così da amarlo e amarlo molto.” (Scritti, VIII, pp. 298-300)


A cura di p. Giuseppe Fossati



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