Nelle rappresentazioni artistiche e pittoriche del Natale, che vediamo in questo periodo un po’ dappertutto, la scena più tradizionale e più diffusa ci mostra Gesù, sulla paglia o su un povero giaciglio, con Giuseppe e Maria intorno a lui.
Queste immagini devote, in particolare, ci presentano Giuseppe e Maria chinati su di Lui, su Gesù.
Ecco, cari amici, mi auguro che così ci trovi il Natale e che così ci disponiamo a viverlo: chinati su di Lui, su Gesù.
Lui è il cuore del Mistero, Lui deve occupare il primo posto nel pensiero e nel cuore.
Tutto il resto è contorno. Magari bello e commovente e umanamente apprezzabile, a volte solo pretestuosamente consumistico.
Se il Natale non lo viviamo davvero “chinati su di Lui”, anche questa festa, così sentita, rischia di essere sprecata nella banalità delle convenzioni e delle convenienze.
Chinati su di Lui, Gesù, il nostro Salvatore…, in un atteggiamento di contemplazione.
La nascita di Gesù è un evento che dà un senso e una direzione nuova alla storia, di fronte al quale il cuore consapevole non può che dare spazio allo stupore e alla meraviglia grata. Dio che si fa bambino, l’Eterno che entra nel tempo, l’Emmanuele, il Dio con noi, che si fa compagno del nostro cammino…
Contemplare il mistero, chinati su di lui, significa condividere un po’ i sentimenti di fede e di amore che furono di Maria e di Giuseppe, sentirsi piccoli davanti a tanta grandezza e grandi per esserne stati fatti partecipi.
Chinati su di Lui in un atteggiamento di tenerezza, di protezione e di cura.
Nel gesto Giuseppe e Maria esprimono il senso della vocazione e della dedizione della loro vita intera nei confronti di Gesù.
A questo atteggiamento di cura per la presenza di Gesù che è in noi e intorno a noi siamo chiamati tutti, come credenti, discepoli e missionari; in modo speciale quando abbiamo un ruolo da educatori: c’è un’immagine di Gesù da custodire, da riconoscere, a volte da ricostruire nei nostri figli, nei nostri giovani.
Chinati su di Lui in un atteggiamento di riflessione e di meditazione che, al di là di quello che si vede, - qualcosa di assolutamente normale: un bambino povero appena nato - coglie l’Invisibile e sa entrare nel Mistero: quel bambino è il Figlio di Dio.
Passare dal “segno” al “senso”, cogliere nel visibile le tracce dell’Invisibile è il cammino dei credenti, sempre… chinati su di Lui.
Buon Natale, di cuore.
d. Mario Aldegani
padre generale
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