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"Educare" - Giovani e Famiglia.


"Giovani e famiglia"

Dopo la riflessione sul piano del divertimento, andiamo ora a visitare un altro piano fondamentale nel processo di crescita del giovane adolescente: la famiglia.

Qui, più di ogni ambito, si manifestano con tutta la loro forza le maggiori contraddizioni che agitano l’animo del giovane e che ne condizionano il comportamento.

Testimonianza della forza di queste contraddizioni sono le numerose vicende famigliari protagoniste della cronaca quotidiana degli ultimi anni: sono un campanello d’allarme che deve spingere entrambe le parti verso una ripresa di quell’insieme di valori che rendono la famiglia un luogo sicuro dal punto di vista emozionale, affettivo ed educativo. La situazione che si apre agli occhi dei giovani non può non essere oggetto di attenta analisi: la difficoltà nel trovare un obiettivo, la crisi del lavoro e l’insoddisfazione generale li porta ad arrendersi e le famiglie, che si sentono pronte ad affrontare con loro queste difficoltà, sono davvero poche, spesso delegano, oppure offrono dei palliativi che non rispondono alle esigenze manifestate, quanto piuttosto ad un desiderio di “calma apparente”, ma che non va alla sostanza del problema.

Sicuramente il nodo centrale del rapporto genitori figli sta nel ritrovare una dimensione d’affetti e di relazione di fronte a situazioni in cui sempre più si tende ad avere figli che vivono una “doppia vita”, divisa fra casa e quotidianità, tra la facciata voluta dai genitori e il quotidiano reale. D’altro canto genitori che sono sempre più abili nel sorvegliare piuttosto che nell’amare i propri figli, dando alla parola “famiglia”, e a ciò che ne deriva, significati davvero distorti e intendere la stessa come un luogo da cui attingere servizi o chiedere “cose”, luogo dove adulti frustrati scaricano la propria insoddisfazione riversandola sui figli; tutto questo porta ad un rapporto conflittuale, a volte distruttivo tra il giovane e i propri genitori.

In più, il contesto sociale contemporaneo incanta/inganna giovani e adolescenti, propinando ed esibendo falsi modelli, cancellando sempre di più la figura del genitore pronto ad ascoltare e a condividere difficoltà del figlio: quante cose potrebbero essere evitate se i giovani capissero la potenzialità dei propri genitori sforzandosi di parlare con loro e di condividere le sfide dell’essere adolescente o giovane!

Quanto è difficile creare un ambiente che sia armonioso che sappia veramente di famiglia e che non lo sia solo dal punto di vista tecnico o convenzionale, quanto è complesso vivere in un’ottica d’amore reciproco, in cui i genitori siano pronti a spendere energie e tempo, mossi da una passione per i figli, avendo come scopo principale quello di relazionarsi con loro, di confrontarsi per creare un’alleanza fra generazioni diverse, che sempre più tendono ad essere in conflitto senza cogliere gli aspetti positivi dell’esperienza di vita dei genitori adulti, e mettendo in secondo piano la novità e la freschezza che il giovane porta facendo emergere solo le differenze e mai le ricchezze di ognuno, con le conseguenze che ne derivano: sempre meno in famiglia ci si parla e sempre più si è solo coinquilini.

In questo quadro, desolante, apparentemente senza via d’uscita, un aiuto significativo può senza dubbio arrivarci guardando ai modelli giusti, come ad esempio quello di una famiglia eccezionale: la Santa Famiglia di Nazareth. Qui l’amore gratuito e totale è la chiave di volta per affrontare e superare le difficoltà quotidiane: Maria, madre per eccellenza, riesce a spendersi per un figlio che sa di dover lasciare per la salvezza dell’umanità; San Giuseppe, padre silenzioso di un figlio non suo, ma accolto come tale, ubbidiente alla volontà di Dio Padre nell’educarlo e farlo crescere come uomo retto. Amare, amare come Lui ci ama, educare come Lui ci educa: abbiamo, se lo si vuole, una luce, una chiara direzione a cui orientarsi che può infondere quella speranza ed indicare una via, ai genitori e ai figli nel difficile compito di creare una famiglia ricca di relazioni d’amore.

Antonio Fusco
(educatore associazione A.P.E. oratorio San Martino – Torino -)
Alessandro Mazza
(responsabile pastorale giovanile oratorio San Martino – Torino)



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