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"Uomini di Dio" - Padre Giorgio Apolloni.


Nacque a Carrè (Vicenza) il 16 novembre 1874 da Domenico e Maria Sella.

Come scrive D. Reffo nel Florilegio Giuseppino del 1922, “il piccolo Giorgio frequentò le prime classi elementari nel paese natio... era diligente, rispettoso e buono con tutti”.

Fin dai primi anni mostrò segni di vocazione… Il suo contatto con i Giuseppini avvenne certamente per il tramite del suo fratello maggiore, p. Girolamo, il primo di cinque fratelli giuseppini, e che diverrà poi quarto superiore generale della Congregazione.

Nell’ottobre del 1885 entrò nell’istituto di Volvera, il primo seminario giuseppino, dove compì, sempre con lode, il corso elementare e ginnasiale. L’8 ottobre 1892 fece l’ingresso in noviziato, dove ebbe come maestro p. Marcello Pagliero, e il 27 agosto 1894 emise la sua prima professione.

La sua prima esperienza giuseppina fu a Vicenza, nel Patronato Leone XIII, dove gli venne assegnata la prima classe elementare con 80 bimbi. Quanta pazienza e carità, che grande fatica e che poche soddisfazioni!

Nel dicembre del 1895 fu chiamato al servizio militare, che durò fino alla prima metà del 1897.

Tornò a Volvera, dove si dedicò allo studio della teologia, dando gli esami nel Seminario di Torino. La sua vita di preghiera e la sua fedeltà agli impegni di studio e apostolato erano esemplari. Riceveva con certa frequenza la visita del Fondatore Leonardo Murialdo, di d. Reffo e altri santi giuseppini. Il chierico Giorgio sognava poter ricevere l’ordinazione sacerdotale con la presenza di Leonardo Murialdo. Ma il santo fondatore moriva il 30 marzo 1900, ed il p. Giorgio veniva ordinato sacerdote il 22 dicembre dello stesso anno.

D. Eugenio Reffo accenna al “getsemani” del p. Giorgio, prima del sacerdozio: una malinconia profonda, tetra ed angosciosa (depressione). “Queste pene interne, ch’egli celava anche ai confratelli per ragione di carità fraterna, sforzandosi di comparire fra essi, sereno e amabile, di giorno sfogava davanti al santo Tabernacolo, e di notte versando abbondantissime lacrime nella solitudine della sua stanzetta” (D. Reffo, Flor. p.106).

“A questa tentazione” più tardi, quando già era maestro di novizi, “una seconda se ne aggiunse. Inclinato ad un genere di vita più austera e penitente, credevasi chiamato ad uscire dalla Congregazione per entrare nell’ordine dei Cappuccini o dei Trappisti”. I superiori, e poi anche suo fratello p. Girolamo Apolloni, che ne parlò perfino con il papa San Pio X, lo dissuasero e lo convinsero che restasse dov’era e continuasse a fare il maestro di novizi fra i Giuseppini. Rimase in questo ufficio per vent’anni.

In questo servizio “visse tante virtù che fecero di lui il santo della Comunità, il centro dell’affetto dei numerosi novizi che passarono successivamente sotto la sua direzione spirituale”… Ricordo il nome di alcuni: p. Oreste Troben, p. Felice Magnetti, p. Celestino Rosso, p. Ottavio Colle, p. Antonio Boschetti, p. Giovanni Schiavo, p. Massimino Benassati, mons. Massimiliano Spiller.

Insegnava più con l’esempio che con le parole. Fu amante di Gesù in Sacramento. “Innamorato della Madonna, recitava ogni giorno il rosario intero” (D. Reffo Flor. p. 109). Scrisse “Meditazioni Nuove” sui Patroni della Congregazione.

Afferma ancora d. Reffo che p. Giorgio fu un grande formatore di anime, sempre pronto ad ascoltare, confessare, incoraggiare i pusillanimi, consolare gli afflitti. Fu padre buono, il religioso caro a tutti, con grande carità verso il prossimo.

Il 7 gennaio 1920, p. Giorgio, obbedendo ai superiori, dava l’addio per sempre alla sua patria per andare missionario in Brasile. Il viaggio fu tribolato da un grave morbo sviluppatosi a bordo.

All’arrivo a Rio de Janeiro, dopo la quarantena, si diresse al sud del Brasile, a Quinta, dove da cinque anni erano presenti i giuseppini. La sua salute era precaria. Nonostante ciò, faceva un bell’apostolato nelle campagne (percorrendole a cavallo) e nella sede parrocchiale. La salute si deteriorò ulteriormente obbligandolo a tenere quasi continuamente il letto e, negli ultimi due mesi, non poté celebrare più la santa messa.

Fu amorevolmente assistito dai confratelli, specialmente dal suo ex-novizio fratel Ermenegildo Guerrini. Con la presenza di tutti i confratelli, cosciente fino un quarto d’ora prima di morire, ricevette l’unzione degli infermi e il Santo Viatico. Il 25 novembre 1921, alle otto e quindici, “rendeva la sua bell’anima al Signore”. Fu sepolto nel cimitero della città di Rio Grande, nella tomba dei Gesuiti. Nel 1951, a Muriaé, p. Massimino Benassati fece stampare una preghiera per chiedere la glorificazione del p. Giorgio. Testimonia che furono ottenute molte grazie per sua intercessione. Il 18 maggio 1981 i santi resti di p. Giorgio Apolloni vennero trasportati da Rio Grande alla tomba di Congregazione ad Ana Rech.

p. Orides Ballardin




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