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Pasqua 2011


È il giorno dei macigni che rotolano via dall’imboccatura dei sepolcri. È l’intreccio di annunci di liberazione, portati da donne ansimanti dopo lunghe corse sull’erba. È l’incontro di compagni trafelati sulla strada polverosa. È il tripudio di una notizia che si temeva non potesse giungere più e che corre di bocca in bocca ricreando rapporti nuovi tra vecchi amici. È la gioia delle apparizioni del Risorto che scatena abbracci nel cenacolo. È la festa degli ex-delusi della vita, nel cui cuore all’improvviso dilaga la speranza.

Cari amici, debbo rivolgere a ciascuno di voi la stessa domanda che Gesù fece a Maria di Magdala: "Perché piangi?". Le tue lacrime non hanno più motivo di scorrerti dagli occhi.

Forse rischio di restare in silenzio anch'io, se tu mi parli a lungo dei dolori dell'umanità: della fame, delle torture, della droga, della violenza... Forse non avrò nulla da replicarti se attaccherai il discorso sulla guerra nucleare, sulla corsa alle armi o, per non andare troppo lontano, sul mega poligono di tiro che piazzeranno sulle nostre terre, attentando alla nostra sicurezza, sovvertendo la nostra economia e infischiandosene di tutte le nostre marce della pace.

Riconciliamoci con la gioia. La Pasqua sconfigga il nostro peccato, frantumi le nostre paure e ci faccia vedere le tristezze, le malattie, i soprusi e perfino la morte, dal versante giusto: quello del "terzo giorno". Da quel versante, il luogo del cranio ci apparirà come il Tabor. Le croci sembreranno antenne, piazzate per farci udire la musica del Cielo. Le sofferenze del mondo non saranno per noi i rantoli dell'agonia, ma i travagli del parto.

E le stigmate lasciate dai chiodi nelle nostre mani crocifisse, saranno le feritoie attraverso le quali scorgeremo fin d'ora le luci di un mondo nuovo!
Buona Pasqua!

d. Tonino Bello, vescovo
(Alessano, 18.03.1935 – Molfetta, 20.04.1993)


Una preghiera per il Giappone

Signore, voglio ringraziarti,
perché oggi mi sono svegliato e sapeva dove erano i miei cari.
Perché questa mattina la mia casa era in piedi;
perché questa mattina non sto piangendo i miei figli,
il mio marito, i miei genitori, il mio fratello o sorella
che avrebbero bisogno di essere salvati da sotto un mucchio di macerie;
perché questa mattina ho potuto bere un bicchiere d’acqua e soprattutto
grazie Signore perché ancora sono vivo e
ho una voce per pregare per il popolo del Giappone.
Signore, ti prego,
tu sei l’unico che rende possibile l'impossibile,
l'unico che trasforma l’oscurità in luce,
ti prego di dare forza a quelle madri che soffrono,
di dare loro la pace che supera ogni sapere;
di aprire le strade perché l’aiuto possa arrivare,
di fornire loro i medici, gli infermieri, il cibo, l’acqua
e tutto ciò di cui hanno bisogno.
Signore, ti prego…




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