Steve Jobs è un nome che a molti non dirà nulla ma i giovani lo conoscono bene. È forse l’uomo che, negli ultimi anni, ha contribuito a cambiare più a fondo il modo di vivere delle nuove generazioni. Ha fondato la Apple, ha creato l’iPhone e l’iPad: due strumenti entrati nell’uso tecnologico in ogni parte del mondo. Quest’uomo dal 2004 lotta contro il tumore al pancreas ma non si arrende. Ne ha parlato senza reticenze nelle scorse settimane e soprattutto in un celebre discorso fatto agli studenti universitari americani. Sono parole molto intense e invito i giovani ad andarle a leggere, anche su internet (Google: discorso di Steve Jobs a Standford).
“Quando avevo 17 anni”, dice tra l’altro, “lessi una citazione che suonava più o meno così: “Se vivrai ogni giorno come se fosse l’ultimo, sicuramente una volta avrai ragione”. Mi colpì molto e da allora – continua – per gli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio, chiedendomi: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni qualvolta la risposta era “No”.
Vivere intensamente è il desiderio di tutti ed è particolarmente acuto negli anni giovanili. Ma vivere intensamente non equivale a vivere con un obiettivo. “Il vostro tempo è limitato”, ha aggiunto Jobs in quel discorso, “per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro”.
Spesso nella sofferenza emergono i desideri migliori. Il desiderio di vivere bene diventa il bisogno fondamentale quando la malattia afferra l’uomo e sembra non dargli scampo. Nella tragedia greca ad un certo punto il coro compare alle spalle del guerriero vittorioso e gli ricorda i suoi limiti, le sue debolezze, i contrattempi che – tra non molto – trasformeranno il suo trionfo in sconfitta. Se l’eroe vuole essere ricordato, se non vuole che tutto quanto ha vissuto scivoli nell’oblio, deve innalzarsi in coraggio. E l’eroe dei nostri giorni, se vuole diventare maestro di vita per i più giovani, non deve vivere solo per se stesso, nell’Olimpo del successo, ma sollevarsi in nobiltà, nell’esempio e nella testimonianza dei suoi comportamenti.
“La sofferenza rende intelligenti” diceva Dostoevskij. Può sembrare banale, ma sapere di avere un tempo limitato spinge a non sprecarlo e a usarlo nel modo migliore.
Giuseppe Novero
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