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Flash di vita



ECUADOR


- Nella foto: durante un ritiro spirituale per i giovani p. Rodrigo López celebra 50 anni di Sacerdozio come Missionario, Educatore e Parroco; 50 anni vissuti con amore verso i giovani, gli anziani e i laici dell’Ecuador.

- Il progetto sembra essere nato sotto questo motto di San Leonardo Murialdo: “Fare e Tacere…”. Dopo aver superato tante difficoltà burocratiche finalmente da quest’anno abbiamo cominciato ad accogliere i ragazzi. L’apertura del primo progetto “Su Cambio por el Cambio” a Quito è avvenuta il 30 gennaio, giorno dedicato a San Giovanni Bosco, grande amico di San Leonardo Murialdo.

Il progetto consiste nell’aiutare i ragazzi delle scuole elementari e medie a svolgere i compiti. Il primo giorno hanno partecipato 31 bambini, ai quali non è stato possibile offrire da mangiare in quanto non ci si aspettava un’affluenza così numerosa. Dal secondo giorno i bambini sono aumentati a 75 e, con un’organizzazione maggiore, hanno potuto fare un piccolo pasto. A grande sorpresa il terzo giorno il numero è salito a 95…

Intanto continuano i lavori per la costruzione della mensa popolare. Ancora non disponiamo di un fondo fisso per il completamento definitivo dei lavori, per la manutenzione e per il pagamento degli stipendi del personale, speriamo però nella Provvidenza di Dio che si incarna nel volto di molte persone generose.

- Il 27 marzo alla presenza del consigliere generale p. Marco Villalba e del provinciale p. Juan Hugo Sánchez è stato inaugurato il nuovo edificio scolastico dell’Opera Paolo VI di Quito.

SIERRA LEONE


Aperto il Saint Joseph Health Center! In Sierra Leone il 14 agosto 2010 resterà una data memorabile nella storia della Missionary’s Friend Association. Alla presenza di autorità civili e religiose, di amici venuti dall’Italia, di tutti i volontari italiani presenti in Kissy in occasione delle attività estive e di un tanta gente, è stato aperto ufficialmente il Saint Joseph Community Health Center in Kissy. Tutti i relatori hanno tenuto a sottolineare come prima quello fosse il luogo di una discarica, una montagna di rifiuti, che rendeva insalubre la vita dei ragazzi di casa famiglia Murialdo, della scuola elementare e di molte famiglie che vi abitavano attorno. Ora è un centro per la salute fisica di mamme e bambini soprattutto e di quanti altri vorranno usufruirne. Alla presenza dell’Arcivescovo, del sindaco di Freetown e di altre autorità si è svolta una semplice e toccante celebrazione, durante la quale il vescovo ha scoperto una targa con il nome del sig. Orlando Ferracina, in memoria del quale i familiari hanno voluto la costruzione di questo ospedale in una terra nella quale bambini e mamme muoiono per la semplice mancanza di strutture sanitarie.

CONEGLIANO


Domenica 3 ottobre si è svolta l’apertura dell’anno catechistico con il mandato ai catechisti e agli animatori dei gruppi giovanili della nostra parrocchia “Santi Martino e Rosa” e del nostro oratorio “san Martino”. La celebrazione eucaristica ha visto una folta partecipazione di bambini, ragazzi e giovani con le loro famiglie. Il tema dell’anno, preso dal piano pastorale diocesano, sarà: “riscoprire la dignità battesimale per il proprio servizio nella Chiesa”. Il parroco d. Aldo Cornale ha caldamente invitato tutti i fedeli e gli operatori pastorali, in particolare, all’impegno costante per essere una comunità viva e gioiosa per la chiesa locale e per la Famiglia del Murialdo.



INDIA


Sabato 11 settembre Rajesh Philip Anand, del Tamil Nadu, ha emesso la prima professione fra i Giuseppini del Murialdo a Chemparaky, in India. Ha ricevuto i voti p. Giampiero Melaragni, delegato del Superiore Generale. Auguri per un generoso impegno a incarnare il carisma murialdino in questo immenso paese.











MILANO-ROMA


Ingresso dei nuovi parroci nelle parrocchie intitolate a S. L. Murialdo a Roma (p. Sandro Girodo - foto a sinistra con i suoi genitori) e a Milano (p. Giorgio Bordin - foto a destra con la comunità religiosa).












ROMANIA-ALBANIA


Un gruppo di 8 giovani educatori dell’oratorio dell’Opera di Popesti hanno vissuto, per la prima volta, un esperienza di servizio in Albania la prima settimana di agosto. Un viaggio in pulmino di 1.000 chilometri attraverso il sud della Romania e poi la traversata di tutta la Bulgaria, la Macedonia ed infine l’Albania… 20 ore di montagne, colline, laghi, ore interminabili passate alle Dogane... già il viaggio è stato un’avventura ed una scoperta!!

Arrivati in Albania e accolti come re dalla comunità giuseppina, a Durazzo, ci siamo subito messi all’opera, vivendo 6 giorni davvero intensi, tra attività di animazione estiva nei villaggi intorno a Durazzo, assieme agli animatori albanesi con attorno una sessantina di bambini ai quali sono stati proposti tanti giochi, canti e laboratori.

Molto toccante è stata la visita al Museo della Memoria dei martiri del Comunismo a Skutari e la chiacchierata con testimoni, una suora clarissa ed un frate francescano, che hanno vissuto sulla loro pelle il terribile periodo della dittatura e che ci hanno fatto partecipi della loro tragica esperienza personale di credenti, costretti a vivere la propria fede in mezzo ad un regime che ha fatto della distruzione della fede... di tutte le fedi… la propria bandiera.

Tutte le nostre giornate sono state poi scandite dalla preghiera delle Lodi e dalla santa messa quotidiana, celebrata in italiano, albanese o romeno.

Cosa rimane nel cuore e cosa ha colpito maggiormente di questa prima, fantastica esperienza di un gruppo di giovani romeni in Albania?

Nella verifica della settimana sono emerse molte cose... la difficoltà nel capirsi con gli animatori albanesi ma anche l’amicizia instauratasi con gli stessi animatori... i bimbi e la loro gioia di vivere... il mare azzurro... Abbiamo incontrato un paese dove un caotico e rapido sviluppo si accosta ad una crescente povertà... dove la gente ha voglia di fare, di riscattarsi, dove il sorriso è ancora gesto gratuito... dove un popolo che ha sofferto la dittatura, l’emigrazione di massa, la guerra civile e vuole uscire dalle difficoltà per garantire un futuro ai propri figli. L’esperienza albanese ha posto, in chi l’ha vissuta, semi preziosi di vita e di fede per il futuro!

PUBBLICAZIONI

Edda Bolzonella Vais,

Mi chiamo Renata e sono rinata

LEM 2010

Sono nata il 21 settembre 1940 e sono rinata il 1° aprile 1980.

Il aprile 1980 sono uscita dall'istituto»: inizia così il diario di Renata, ricoverata per quarant’anni in un istituto per orfani e disabili psichici dal quale si emancipò con l'aiuto di Edda Bolzonella Vais, assistente sociale che vide per lei la possibilità di una vita autonoma presso le strutture di accoglienza dell'associazione Murialdo di Padova.

A quasi due anni dalla scomparsa di Renata, la stessa Edda Bolzonella Vais ha curato la pubblicazione del diario all'interno di un volume ricco di testimonianze scritte e fotografiche sulla straordinaria esperienza della protagonista, passata, come viene evidenziato fin dalla copertina, da un'esistenza grigia e monotona a una "seconda vita" fatta di amici, lavoro e viaggi spensierati.

Il testo del diario è preceduto da una presentazione di Luisa Solerò, avvocato per la famiglia e per i minori in Padova, e da un excursus storico di Ada Gampolucci, consulente dell'ordine degli assistenti sociali del Veneto.


Istituto Teologico “S. Pietro” di Viterbo,

Antropologia teologica, la cultura della vocazione,

a cura di A.Bissoni e M. Riccardi, Elledici 2010.

In tutte le librerie a 19,90 euro

“Vocazione” è un termine spesso inflazionato, talvolta frainteso o relegato in specifici e peculiari settori di appartenenza. L’attenzione antropologica all’istanza vocazionale vuole invece far cogliere l’universalità della dinamica “chiamata-risposta”, che si situa nel tessuto stesso del vivere umano.

Questa nuova pubblicazione nasce da un Convegno, di cui porta il titolo, tenutosi nel febbraio 2009 per inaugurare il biennio di licenza in Antropologia teologica, ma si è anche caratterizzata come occasione per avviar uno specifico lavoro di approfondimento interdisciplinare su tematiche di natura antropologica. Il testo è stato concepito come una miscellanea, ricercando tematiche di attualità con il denominatore comune del discorso antropologico letto nella sua valenza vocazionale. I tre ambiti in cui si compone l’opera potrebbero essere riassunti con i tre momenti del “vedere”, “giudicare” ed “agire”. Laddove con “vedere” si intende la prima parte dedicata agli interventi del convegno, in cui i relatori hanno per lo più offerto una panoramica sulla situazione attuale antropologica-vocazionale. La seconda parte sviluppa alcune riflessioni a carattere filosofico e teologico sulla realtà dell’antropologia e della vocazione. La terza parte cerca di porre tutto ciò che si è visto e giudicato nell’ottica dell’emergenza educava più volte posta in rilievo nel magistero di papa Benedetto XVI.


Eugenio REFFO,

Leonardo Murialdo Theologian, Founder of the Congregation of Saint Joseph 1828-1900,

Libreria Editrice Murialdo, Roma 2010, traduzione inglese a cura di Eugenio Beni sulla sesta edizione italiana del 1964.

È stata pubblicata la traduzione in inglese della vita di San Leonardo Murialdo scritta da don Reffo: “Leonardo Murialdo: Theologian”. Si corona così il sogno di p. Tarcisio Riondato, che aveva iniziato a lavorarci poco prima di ammalarsi. Rientrato in Italia, continuò il lavoro, per quanto possibile, con l'aiuto di un parente, il sig. Pio Bertoli, e quindi il testo fu dato a p. Eugenio Beni per la stesura finale. Un'ulteriore correzione si deve a p. Angelo Zonta. Padre Giovenale Dotta ha fornito il nuovo set di foto che arricchiscono il testo. Esso si basa sulla sesta edizione in italiano “Il teol. Leonardo Murialdo” pubblicata nel 1964. Speriamo possa aiutare i tanti giovani giuseppini di lingua inglese a conoscere ed amare ancor di più San Leonardo Murialdo.





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