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"Voce ai giovani" - I ragazzi e la crisi economica.
 Da tempo si parla di crisi economica. La vita dell'uomo gira intorno all'economia. Essa è l'unica forma di sussistenza per l'uomo moderno, che basa tutto su di essa. L'uomo, spinto dal desiderio di arricchirsi, fa un uso incontrollato del suo sapere e delle sue conoscenze; non si rende conto di non poter controllare tutto e tutti, perché c'è sempre qualcosa superiore a lui, e questo qualcosa va dalla natura creata a Dio Creatore. L'uomo pensa di essere il padrone della terra; in realtà la natura in un attimo può mandare in subbuglio la vita dell'uomo. L'uomo è solamente una piccola parte dell'universo e l'universo, come l'uomo, è creatura di Dio. L'uomo vive grazie all'economia, ma non può esserne schiavo. Infatti basta un vulcano per bloccare i trasporti aerei, una piattaforma petrolifera per creare un disastro ambientale, uno stato in crisi per gettare nel panico le borse mondiali. Per giorni il nostro interesse è stato rivolto ai media che trasmettevano incessantemente il risveglio del vulcano islandese. Questa nube di cenere vulcanica è stata capace di creare una vera e propria paralisi dei trasporti aerei. Tutto fermo, tutto bloccato, tutti in tilt. Un altro esempio recente è la dispersione di petrolio nel Golfo del Messico, che ha causato un grave disastro ambientale, uccidendo molte specie di animali, inquinando il mare e la terra, con danni che si potranno risolvere solo tra centinaia di anni. Anche in questo caso il "pensare solo ai soldi" ha causato un disastro ambientale di dimensioni enormi. Non era meglio pensare prima di tutto alla salute nostra e del nostro pianeta? E poi la gravissima crisi che ha colpito la Grecia, un paese ormai paralizzato da severe misure di austerità adottate dal governo nel tentativo di evitare la bancarotta, crisi risentita in tutta Europa. Il timore, che la crisi greca potesse contagiare anche altre economie, ha scatenato il panico nei mercati finanziari. Dunque, economia in crisi, denaro perso, lavoro incerto, posti di lavoro a rischio. L’uomo, che ha basato la sua vita, la sua esistenza, sull'economia, è in crisi.  Il denaro è la base ormai della nostra vita, il benessere e il consumismo ci fanno perdere la nostra identità, il nostro essere, tutto è alla base dell'avere e del possedere. Ma il denaro, e purtroppo l'uomo non lo ricorda, non mantiene tutte le sue promesse. Esso infatti dovrebbe garantire il benessere a tutti, ma il divario tra paese ricchi e poveri è enorme, solo pochi possono godere di questo stato di agiatezza. La ricchezza non sarebbe un male se fosse davvero distribuita fra tutti. Il denaro oggi è un segno di successo, ma può diventare un idolo, un dio al quale sacrifichiamo la nostra esistenza, e l'utilizzo che noi facciamo del denaro può indicare quali siano i nostri valori. Quando Gesù dice: “non potete servire Dio e il denaro", credo voglia dirci che noi non possiamo dedicare esclusivamente la nostra vita al denaro, al materialismo terreno. Il denaro è dunque un dio ingannatore, le cui promesse sono solo illusorie; non trasforma le nostre debolezze in potere, né la nostra esistenza in eternità. La ricerca frenetica del potere attraverso il denaro è vana; essa non può dare nessuna sicurezza e non sono certo i soldi che ci proteggono dall'angoscia del futuro. L'insegnamento di Gesù è molto chiaro: dobbiamo mettere la nostra fiducia in Lui, e questo non significa impoverirsi, ma avere una nuova e maggiore ricchezza spirituale e soprattutto avere la certezza che Gesù si prenderà sempre cura di noi. È vero che i soldi ci servono per vivere, ma non dobbiamo essere sottomessi a loro.  Senza i soldi non riusciamo a vivere, ma allora, ci chiediamo, come fanno a vivere le persone che non hanno niente? Loro fanno quello che possono per sopravvivere e molti sperano nel buon cuore di chi ha più di loro, sperando che possano condividere quello che hanno di superfluo con chi non ha niente. Se facessimo così tutti quanti, la povertà probabilmente non esisterebbe. In questo modo compiremo un'azione ancora più bella: aiuteremo Dio, perché quel Dio che ci sembra tanto lontano, irraggiungibile, lo troviamo nei nostri fratelli, anche con un piccolo gesto d'amore, un piccolo aiuto. È a questo che dobbiamo pensare prima di tutto: agli altri, seguendo l'esempio di Gesù, come hanno fatto molti uomini e donne. È più importante essere ricchi dentro che fuori. I soldi ci servono, è vero, ma dobbiamo utilizzarli per aiutare noi stessi e, per quanto riusciamo, gli altri; i soldi non devono occupare il primo posto nella nostra vita. Noi dobbiamo essere i loro padroni e dobbiamo utilizzarli a fin di bene per le nostre necessità.  Il denaro, in giusta misura, è fondamentale per la vita di tutti noi. I soldi sono indispensabili all’esistenza materiale, soprattutto per mangiare, per vestirci e per avere un'istruzione. Purtroppo non tutti hanno il necessario per queste necessità primarie. In questo modo il mondo è diviso in due parti: da un lato, nei Paesi più poveri del mondo, vi sono bambini che muoiono di fame, hanno pochi vestiti e vorrebbero studiare; dall'altro lato vi sono persone che fondano la loro vita solo sui soldi, la ricchezza e il lavoro. Ma dobbiamo tenere in mente una cosa ben precisa: i soldi sono ottimi servi, per procurarci ciò che è indispensabile, ma sono dei pessimi padroni, perché, in questo modo, ci facciamo sottomettere a loro. Così diamo poca importanza alla fede e troppa importanza alla ricchezza. Per la gente non ha senso credere in qualcosa di spirituale, qualcosa che non possiamo toccare, perché nella vita l'importante è avere successo e arricchirsi materialmente. Meglio essere o avere? Secondo l'uomo d'oggi è più importante l'avere, perché è questo che dà la riuscita nella vita. Perché allora moltissimi bambini nel mondo, anche se sono poveri, sono lo stesso felici per quel poco che hanno e riescono lo stesso a sorridere? La scelta tra l'essere e l'avere è molto importante, perché determina il senso della nostra vita. Che senso ha una vita basata sull'avere? a cura di don Massimo, dai temi di Bergamo Alessia, Gozzi Rita, Tolotto Vanessa, Andrea Roman, Paola Verardo, Giacomo Bissoli, allievi di Oderzo
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