"Nella Casa del Padre" - Mons. Giulio Parise

Una vita cadenzata da particolari momenti forti nei quali Egli ha letto costantemente la manifestazione della volontá di Dio. Infatti tra i ricordi piu cari “da mettere nella mia bara accanto alla salma”, come si legge sulla busta giallognola, c’ era, ancora conservata, una lettera del superiore generale (12 agosto 1937) “al carissimo confratello” Giulio Parise, religioso giuseppino da un anno, con cui si accoglieva la sua domanda di partire missionario per l’ America e veniva destinato all’Ecuador. Aveva 17 anni.

Custodita nella stessa busta si trovó anche una seconda lettera del 30 agosto 1955, da unire alla prima; con essa era trasferito dall’Ecuador agli StatI Uniti. Divenuto sacerdote nel 1944 (lo ricordava una immaginetta, anch’essa da collocare nella bara) sarebbe ordinato Vescovo per la missione del Napo nel 1974 (come appariva da un ritaglio di giornale conservato nella medesima busta).

Una vita scandita da avvenimenti provvidenziali e trascorsa principalmente nell’impegno scolastico e nella pastorale missionaria. Continuando l’azione del suo predecessore (Mons. Massimiliano Spiller) aprí asili infantili e scuole di primo e secondo livello e anche un istituto di terzo livello per la preparazione di maestri.

Preoccupato della salute fisica e spirituale delle persone, in maggioranza indigeni kichwa, aprí anche due ospedali e 4 nuove parrocchie.

I suoi funerali, presieduti dall’arcivescovo della capitale, sono stati l’apoteosi di un giuseppino generoso, un sacerdote zelante, un educatore convinto, un cuore appassionato per i poveri, un Vescovo illuminato. La cattedrale appariva un giardino ricolmo di fiori tropicali, pur tra tante lacrime. Ma i fiori di bene, li aveva seminati lui; e le lacrime le aveva spesso asciugate lui.

Mons. Paolo Mietto