* Cossano Belbo (Cuneo) 13 dicembre 1925
† Zingonia ( Bergamo) 16 gennaio 2010
Colpito da un'ischemia cerebrale, era stato ricoverato in ospedale nei giorni precedenti il Natale. La sua situazione era apparsa subito grave e debole era la speranza di una ripresa e, soprattutto, di un ricupero della sua autosufficienza.
La mattina del 16 gennaio 2010 ha terminato la sua vita laboriosa all'ospedale di Zingonia, Bergamo.
Era nato a Cossano Belbo (Cuneo) il 13 dicembre 1925: aveva quindi appena compiuto gli 84 anni.
Non occorre molto a stilare le tappe della sua vita.
Ha vissuto a Pinerolo l'anno di noviziato e qui ha emesso la prima professione nel 1943; ha professato in perpetuo a Pocapaglia (Cuneo) nel 1948.
Ha vissuto alla Colonia Agricola "Maffei" di Pinerolo dal 1942 al 1945; un anno quindi a Rivoli e uno a Vigone; a Pocapaglia dal 1947 al 1953, a Valbrembo dal 1953 al 1956, di nuovo alla Colonia "Maffei" dal 1956 al 1958 e infine, dal 1958 nella Scuola Apostolica di Valbrembo, ininterrottamente fino alla morte: oltre cinquantun anni!
Era l'uomo di casa, l'uomo dell'orto, l'uomo dei servizi "feriali"!
Non ci sono altre "notizie" da aggiungere, perché la sua è stata una vita "feriale", mai in mostra, sempre "al servizio": umile, disponibile... senza pretese. Ed una vita così non fa notizia, se non per i confratelli che ne hanno apprezzato la presenza e per il Signore che sa valorizzare il servizio fedele.
Come la sua fedeltà alla vita comune, alla preghiera comune e personale.
I funerali sono stati celebrati lunedì 18 gennaio 2010 nella cappella della Scuola San Giuseppe di Valbrembo e la salma è stata tumulata nel cimitero di Paladina.
Testimonianze
Carissimi,
leggo in questo momento, mentre mi trovo a Belém, la notizia della morte di fr. Mario Bussi. Mi dispiace molto di essere lontano perché avrei partecipato volentieri ai funerali di un confratello per il quale avevo molto affetto e conservo una grande riconoscenza per averlo conosciuto e stimato sin da quando ero ragazzo nella Scuola Apostolica di Valbrembo e poi per essere stato con lui nei nove indimenticabili anni che ho vissuto a Valbrembo. In quegli anni, soprattutto, ho potuto apprezzare la sua umile laboriosità, la sua semplicità e il suo apporto molto positivo alla vita comunitaria: gli dicevo sempre che si sarebbe dovuto scrivere un libretto con tutte le storielle di vita che lui raccontava e che gli chiedevamo spesso di ripetere per fare qualche risata mentre si era a tavola. Bisognerà ricordarle noi, e raccontarle ogni tanto, come già facciamo.
Ricordo di Mario il suo buonumore e la sua capacità di vedere con benevolenza e con spirito positivo le novità e di apprezzarle: nei suoi quasi 60 anni di vita a Valbrembo ha visto moltissimi cambiamenti, ma li ha sempre accolti con spirito positivo e collaborativo, con entusiasmo, direi, come segno di vita.
Gli sono grato anche per l'affetto e l'amicizia che ha avuto verso la mia famiglia; era molto legato anche ai miei genitori. Lo ricordo con molto affetto e grande riconoscenza e vi sono vicino con la preghiera, impegnato a custodire e imitare il suo esempio di religioso umile e laborioso, allegro e disponibile.
Dal cielo interceda presso il Signore per noi, perché possiamo essere gioiosi testimoni e dispensatori dei doni che Dio concede alla nostra vita.
Esprimo la mia vicinanza fraterna alla comunità di Valbrembo e a tutti gli amici e benefattori che hanno conosciuto e voluto bene all'indimenticabile "signor Mario".
d. Mario Aldegani - padre generale
da Belém (Brasile)
A nome mio e della Delegazione Africa, partecipo fraternamente con il ricordo e la preghiera per il riposo eterno di fr. Mario Bussi.
La vita di fr. Mario è stata un luminoso esempio di semplicità e di purezza. Tutto in lui ci faceva pensare alla serenità dei piccoli e dei poveri del Vangelo. La sua esistenza è stata il canto dell'umiltà e del dono, il trionfo della dolcezza e del rispetto verso tutte le persone, l'apoteosi del lavoro silenzioso e della gioia interiore più vera, di cui il suo sorriso e la sua simpatia erano solo un segno. Un fuoriclasse della vita consacrata giuseppina e dell'autenticità evangelica più profonda. Certi slogan giuseppini, ispirati al Murialdo, che ripetiamo spesso e che appaiono sui nostri poster o sulle nostre immaginette, in lui diventavano non parole o chiacchiere vuote, ma fatti concreti, perché vissuti per davvero: "straordinario nell'ordinario", "fare e tacere", "senza la fede non si piace a Dio, senza la dolcezza non si piace al prossimo ", ...
Con riconoscenza al Signore per averlo conosciuto e per averlo dato in dono alla Congregazione, lo accompagniamo oranti nel suo ultimo passaggio da questa vita alle braccia del Dio della sua consacrazione.
d. Mariolino Parati - delegato per l'Africa
da Bissau (Guinea Bissau)
Ricordo il signor Mario come confratello disponibile, paziente con noi ragazzi, sorridente, ogni giorno alla guida del pullmino che ci portava dal nostro seminario di Valbrembo a quello diocesano di Bergamo.
Mai arrabbiato, mai sopra le righe, fedele anche ai momenti di preghiera della comunità, alle messe con le famiglie, ai momenti di rosario.
Un bravo confratello, un esempio, un amico.
d. Massimo Rocchi
Oderzo
Con sincero dolore ho appreso della morte del confratello Mario Bussi.
Ho potuto condividere la vita quotidiana nella comunità e nel lavoro apostolico imparando la serenità dal signor Mario anche nel servizio più umile e nascosto per il bene della comunità e a servizio dei ragazzi e giovani.
Condivido la certezza del premio preparato per lui da Dio ed atteso con serenità e speranza per mezzo della semplicità della vita di ogni giorno.
Grazie, fratello Mario.
p. Claudio lori
Città del Messico (Messico)
Il "signor Mario"
La gente di Ossanesga lo ha conosciuto e chiamato così fin dalla prima volta, quando fr. Mario è arrivato a Ossanesga nel 1953.
Allora c'era tutta la casa da sistemare e da preparare per essere il nuovo seminario minore dei Giuseppini del Murialdo in terra bergamasca. Ma, si potrebbe dire, che tutte le giornate di fr. Mario sono state un servizio perché la casa sia sempre pulita, accogliente, dignitosa. Forse i ragazzi non se ne'accorgevano nemmeno, perché sono per natura distratti a cogliere queste umili e preziose attenzioni, ma i collaboratori non facevano fatica a riconoscere che se non passava il signor Mario la carta, le foglie, e tanto altro, sarebbe rimasto per terra o in un angolo a dare spettacolo di sé.
Facesse freddo o caldo, guanti e cappellino in testa, attrezzato di badile e di scopa, ad ogni ora del giorno, fr. Mario era in cortile, o presso la cucina, o in qualche altro angolo della casa a raccogliere, a sistemare, a portar via.
Molti lo ricordano come autista della "seicento multipla", poi del pullmino, a portare i ragazzi a scuola o ad andare al mercato per la spesa.
Non mi pare che dicesse tanti rosari: era un religioso dalla preghiera semplice e sobria, presente alla preghiera comunitaria e "osservante" dei vari doveri che la "Regola" gli chiedeva.
Tra l'altro ricordava con gioia quando un suo direttore gli comprò le sigarette perché aveva ottenuto il permesso dal superiore provinciale; era il medesimo direttore che qualche settimana prima gli aveva proibito di fumare e fatto la ramanzina sul "perfetto religioso".
Gli piaceva giocare alle carte, specie alla domenica pomeriggio, quando si abitava ancora nella vecchia casa, incontrandosi con gli uomini di Ossanesga al bar del paese. Era la sua pastorale per i lontani che non andavano in chiesa con gli altri, che a quell'ora erano nella chiesa parrocchiale a cantare il vespro, a sentire il catechismo e ricevere la benedizione. Fr. Mario aveva e viveva tutto questo in comunità la domenica sera con i confratelli e con i giovani aspiranti giuseppini.
Ricordava confratelli e situazioni con grande arguzia e raccontava le piccole vicende che avevano segnato soprattutto i suoi primi anni in congregazione. Non aveva rancore per nessuno, ma non risparmiava la battuta per far capire che la vita era grama e qualcuno poteva anche renderla migliore.
Gli piaceva lo sport, specie il calcio e le corse automobilistiche di F1; ascoltava le radiocronache e seguiva per televisione le gare, non facendo mancare in comunità il suo commento e il suo parere su i risultati.
"Ti benedico, Padre,..."
Mi è sembrato del tutto logico scegliere per le sue esequie quel brano di vangelo nel quale Gesù loda e ringrazia il Padre perché i segreti del Regno sono svelati ai piccoli e ai semplici, e non ai dotti e ai sapienti. (cfr Mt 11, 25-30).
Fr. Mario è stato un umile e semplice operaio del Regno, i cui confini sono stati per anni il perimetro di una scuola apostolica, le conoscenze maturate tra la gente del paese, la presenza ai vari momenti di vita che ne hanno segnato la storia in questi cinquanta anni.
Lascia a noi l'esempio di una laboriosità "giuseppina", del "fare e tacere", e del servire senza contare le ore e le fatiche.
Grazie, fr. Mario. Il Signore sa certo ricompensarti del bene che hai fatto accogliendoti nel suo Regno di comunione e di vita senza fine.
d. Tullio Locatelli
superiore provinciale