* Lucera, (Foggia) - 8 gennaio 1924
† Foggia - 23 settembre 2009
Felice e riconoscente di essere Giuseppino del Murialdo
Ti adoro mio Dio e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e chiamato allo stato sacerdotale e religioso.
Chissà quante volte p. Vittorio ha detto questa preghiera e chissà a quanti giovani l'ha insegnata...
La diciamo ancora una volta per p. Vittorio, volendo esprimere e presentare al Signore la sua fede e il suo amore; a nome di don Vittorio ci troviamo nel dire grazie al Signore del dono della vita, del dono della fede cristiana che nella sua famiglia ha fatto maturare due vocazioni religiose - quella di p. Vittorio e di una sua sorella, ma soprattutto per p. Vittorio diciamo al Signore grazie per averlo chiamato ad essere religioso, sacerdote, giuseppino del Murialdo, educatore dei giovani.
Infatti mi pare questa la caratteristica fondamentale dì p. Vittorio: un giuseppino del Murialdo dedito totalmente all'educazione dei giovani.
Una vita da Giuseppino vissuta in pienezza, iniziata a Lucerà sotto lo sguardo vigile di p. Angelo Cuomo, oggi Servo di Dio, iniziata tra famiglia e oratorio, tra casa e chiesa, in cortile e nelle associazioni,...
P. Vittorio nacque a Lucera l'8 gennaio 1924 e a contatto dei Giuseppini di Lucera maturò la decisione di diventare Giuseppino. Fece il noviziato a Vigone nel 1939-1940.
Immagino che il giovane Vittorio prima di partire abbia cercato sulla cartina geografica dove si trovava Vigone, lassù in Piemonte, in provincia di Torino, in aperta campagna... Siamo già in tempo di guerra e quel viaggio non era senza una qualche preoccupazione.
Fece la sua prima professione nel 1940 a Vigone. Ho trovato nella sua stanza una foto risalente all'anno 1941; una foto con mamma e papà e lui con la veste, forse appena tornato a casa per la prima volta dopo due anni di assenza... che gioia il figlio prete o quasi...
Continuò gi studi filosofici in parte a Sommariva del Bosco e in parte a Ponte di Pia-ve.
Divenne professo perpetuo nel 1945 a Lucera.
Dopo gli studi teologici a Viterbo, fu ordinato nel 1950, il 4 marzo.
P. Vittorio fu soprattutto un educatore di giovani, stando sempre in mezzo a loro.
Fece le sue prime esperienze proprio a Lucera, in due momenti (1943-1946; 1950-1955), occupandosi delle associazioni e dell'oratorio. Quindi a Segezia (1955-1959) con gli orfani e con i ragazzi che allora venivano affidati dal Ministero di Grazia e Giustizia, perché po-tessero avere una possibilità educativa alternativa al carcere. Nel 1959 assume per sei anni la direzione dell'Istituto San Giuseppe Artigiano a Viterbo; molte le iniziative di quel tempo, tra tutte i Giochi Etruschi, sul modello delle Olimpiadi. Dopo un anno trascorso a Roma nel centro professionale di Sant'Antonio, accoglie l'ubbidienza di andare in Spagna ad Orduña (direttore 1966-1975, direttore solo della scuola 1975-1976); gli fu affidata la direzione di un seminario minore con la scuola interna.
Ritornato in Italia è nominato di-rettore a Cefalù (1976-1982). Quindi la sua ultima tappa qui a Foggia, dove arrivò nel 1982, facendosi presente in tutta l'opera: in oratorio e in parrocchia.
Il dono di una vita
Personalità forte, in qualsiasi ruolo esigente con se stesso, con i confratelli, con i giovani.
Ha vissuto in pienezza il carisma Gguseppino: al di là della esperienza in Spagna, significativa per la sua disponibilità, è sempre stato al centro dei settori educativi propri dei giuseppini: scuole professionali, oratori, associazioni, centri sportivi per i giovani, complementari ai settori pastorali per ogni età in ambito parrocchiale ed associativo.
Fino all'ultimo educatore con la sua costante, vigile e amorosa presenza in mezzo allo spazio accogliente dell'opera giuseppina; come il Murialdo e i suoi primi collaboratori, nel cortile e negli incontri di formazione umana e cristiana.
I limiti e le esuberanze talvolta impositive del suo carattere lasciavano trasparire l'ansia rappresentata dal “ne perdantur”. Aveva paura di perder tempo e di non guadagnarsi il pane, come mi disse solo alcuni mesi or sono, e fino a che la salute glielo consentì non venne meno ai suoi appuntamenti giornalieri: la "sua" messa delle ore 9.00 e il tempo dato al confessionale e alla direzione spirituale. Ed ebbe grande attenzione per la associazione Amici ed ex allievi dei Giuseppini del Murialdo.
Ma soprattutto don Vittorio era presente nel cortile dell'oratorio.
Antonio Barbaro ha scritto: Tutti lo ricordano per la sua costante presenza nel cortile dell'Opera, tutti i giorni e con qualsiasi tempo; era impossibile non incontrarlo, appena entrati. Era impossibile non salutarlo e godere delle sue "battute" immediate e, spesso, ironiche. La sua paterna "sorveglianza" era un chiaro segnale dell'accoglienza giuseppina, nel pieno spirito murialdino.
Era in panchina... ma non di riserva, da titolare, perché lì passavano tutti, si sapevano le ultime notizie, poteva dire e suggerire, sorvegliare e richiamare...
Era il luogo del suo osservatorio e per tanti l'occasione delle prime informazioni sull'opera o semplicemente per uno scambio di saluti.
Un cassetto della sua scrivania era pieno di pacchi di caramelle: erano per i ragazzi; un gesto semplice, ma concreto, di attenzione, di stima, di apprezzamento.
Caro p. Vittorio, adesso hai iniziato il giorno senza tramonto, nel quale la preghiera diventa realtà piena di adorazione e di amore verso il Signore; adesso il tuo grazie è completo e totale, perché sei giunto là dove una vita da Giuseppino del Murialdo, fedele e sincera, ti ha condotto.
Non dimenticarti di noi, perché anche noi siamo chiamati ad adorare ed amare il Signore, come ci hai insegnato tu, e aiutaci a non dimenticarci mai di dire grazie al Signore che riempie la nostra vita di tanti doni, come ci ha insegnato il Murialdo.
Grazie anche a te, p. Vittorio, per la tua presenza in mezzo a noi e grazie perché siamo certi che ancora ci accompagni e ci assisti.
p. Tullio Locatelli
superiore provinciale
Testimonianze
«Don Vittorio è stato uno dei primi allievi del nostro Padre Angelo Cuomo, oggi Ser-vo di Dio, sin da un lontano pomeriggio domenicale del 1937, durante il quale si buscò una pallonata calciata proprio da P. Angelo, che lo fece ruzzolare a terra, rimediando anche un bel bernoccolo (almeno così narrano le storie), tanto che lo stesso P. Angelo esclamò: "... cominciamo bene!".
E fu proprio un bell'inizio! Don Vittorio è stato, tra i tanti giovanetti che affollavano la chiesa di Santa Caterina a Lucera, primo embrione dell'Opera San Giuseppe, un infaticabile animatore ed educatore. Già nei primi anni quaranta del secolo scorso, da chierico, fu tra i più stretti collaboratori di P. Angelo per animare i vari momenti formativi quali, ad esempio, la "Giornata del Fanciullo", la costituenda "Fides et Studium" o la "Nunzio Sulprizio"o i "convegni mariani del sabato". Tra i suoi primi proponimenti si ricordano le lungimiranti parole che pronunciò appena prima di prendere la decisione di entrare a far parte della Congregazione di San Giuseppe, accogliendo l'invito di P. Angelo: "ho fatto il proposito di dare sempre buon esempio ai compagni e di condurli a fare sempre la comunione".
Un altro pezzetto di storia, dunque, se ne va con Don Vittorio. Ma è una storia bella che ricorderemo sempre, riconoscendo, umilmente, come uomini, circostanze, cose e av-venimenti; seguono sempre un disegno della Provvidenza: "Io ho piantato, Apollo ha innaffiato, ma Dio ha fatto crescere"».
Antonio Barbaro
«Lo ricordo come un Giuseppino appassionato della gioventù, fermo nei suoi chiari principi educativi e sacerdotali, uomo di una grande capacità di relazioni, fedele e responsabile in tutto, con Dio e con gli incarichi che gli venivano affidati, sempre presente nei cortili animati dalla gioventù, sostegno sicuro per tantissime persone che a lui si rivolgevano per consigli in ogni campo della vita sociale e cristiana. Sicuramente dal cielo continuerà a benedire l'opera giuseppina di Foggia e tutte le altre dove ha prodigato la sua presenza educativa e sacerdotale. Pace alla sua anima.»
mons. Paolo Mietto - vescovo
In attesa della risurrezione
P. Vittorio Scarano è morto nella notte del 23 settembre 2009.1 funerali sono stati celebrati nella parrocchia "San Michele", affidata ai Giuseppini del Murialdo in Foggia, nel pomeriggio del 24 settembre. Prima di avviarsi al cimitero, dove don Vittorio sarebbe stato tumulato nella cappella costruita dagli Ex Allievi, a spalla la bara è stata portata dalla chiesa fino al campo sportivo rinnovato, tra due ali di giovani che insieme applaudivano e piangevano, dando così il loro saluto ed esprimendo il loro grazie a don Vittorio, loro assistente spirituale per tanti anni.