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p. Piergiorgio Ponso (17/06/1929 - 06/06/2009)




Vicenza

* 17 giugno 1929

† 6 giugno 2009



Padre Piergiorgio era nato Vicenza il 17 giugno 1929.

Nella sua famiglia i tre figli maschi sono diventati religiosi Giuseppini del Murialdo: fratel Gaetano, missionario in Argentina e in Cile, padre Virginio, per tanti anni maestro elementare, e il nostro p. Piergiorgio. Accanto a loro le due sorelle.

Nel maggio del 1935 il piccolo Piergiorgio fece la sua prima comunione al Patronato Leone XIII dei Giuseppini del Murialdo: una data segnata nel suo diario personale a chiare lettere, ricordo di un bellissimo giorno.

Seminarista a Montecchio Maggiore nella scuola apostolica dei Giuseppini del Murialdo, nel 1946 decide di entrare in noviziato, che termina con la prima professione a Vigone (Torino), il 15 settembre 1947.

Seguono i tre anni di studio a Ponte di Piave e nel 1950 fu mandato per un anno a Thiene, al Patronato San Gaetano; quindi seguirono tre anni a Modena, all'opera Sacro Cuore per completare il periodo del tirocinio.

A Modena il 14 ottobre 1952 professò in perpetuo.

Frequentò la teologia a Viterbo, dove divenne sacerdote il 22 marzo 1958.

I primi cinque anni della sua vita sacerdotale p. Piergiorgio li visse al patronato di Thiene, impegnato nel l'insegnamento nelle classi elementari e nell'animazione della vita associativa ed oratoriana del patronato.

Vista la sua capacità di stare con i giovani e di farsi seguire, fu incaricato dell'animazione vocazionale nel Trentino dal 1963 al 1970. Alcuni confratelli ricordano con gratitudine l'incontro con p. Piergiorgio, inizio di un cammino vocazionale sfociato nella consacrazione religiosa e sacerdotale.

Iniziò poi il periodo delle responsabilità: direttore a Vicenza (1970-1976); due anni a Thiene prima di diventare direttore (1978-1984); due anni come economo e assistente AGESCI a Cesena, dove fu direttore (1986-1995); parroco a Montecchio Maggiore per quattro anni.

Nel 1999 torna un'altra volta a Thiene con il compito di economo, ma dopo due anni dovette lasciare perché si facevano sempre più evidenti i segni della malattia.

Dal 2001 era ritornato a Montecchio Maggiore, prestando la sua opera in parrocchia, secondo quanto la salute glielo poteva permettere.

La comunità di Montecchio Maggiore ha accompagnato con tanta fraternità e carità gli ultimi anni della vita di p. Piergiorgio, che un poco per volta la malattia ha chiuso in se stesso, lui così espansivo e cordiale.

Fu ricoverato, dopo la Pasqua del 2009, al Novello di Vicenza, una struttura della diocesi per sacerdoti e religiosi anziani e ammalati, perché meglio potesse essere seguito e curato.

II Signore lo ha chiamato a sé la mattina del 6 giugno 2009.

I funerali sono stati celebrati a Montecchio Maggiore, nella chiesa della parrocchia affidata ai Giuseppini e di cui p. Piergiorgio fu il secondo parroco, la mattina dell'8 giugno.

Quindi p. Piergiorgio è stato sepolto al cimitero di Vicenza, nella tomba di congregazione, accanto al fratello p. Virginio.


"Vieni e seguimi"

All'inizio della liturgia di saluto a p. Piergiorgio sono stati depositati sulla sua bara il vangelo, la stola e il camice, mettendo in risalto il suo ministero presbiterale esercitato con passione per oltre 50 anni.

Il Vangelo che è stato proclamato (Gv 12,23-28) ha ricordato a tutti che il Signore chiama i suoi discepoli a seguirlo fino alla fine, mettendo totalmente la propria vita a disposizione del Regno, sapendo di essere il seme che porta frutto nella misura in cui accetta di morire.

E facile immaginare che la vita di un consacrato inizi dalle parole di Gesù: "Vieni e seguimi". Queste parole accompagnano tutta la vita di un prete, ma certo vengono vissute in modo diverso a seconda delle diverse stagioni della vita.

Padre Piergiorgio ha sentito queste parole e ha seguito Gesù nella gioia della testimonianza e nel fervore dell'apostolato, quando giovane religioso giuseppino si è trovato in mezzo ai giovani da animatore, da guida, da insegnante. Quando il futuro conta più del presente e del passato, quella voce risuona come impulso a scelte radicali, a dedizioni totali.

Viene anche la stagione della maturità umana e religiosa: allora quelle parole assumono l'invito a saper misurare parole e gesti rispetto alla gente che il Signore ti affida, ad essere concreto e discreto nella fedeltà dell'annuncio e nel coraggio della proposta. P Piergiorgio è stato responsabile di comunità e di opere, è stato parroco: ha seguito Gesù cercando di imitarlo e di ripresentarlo come il buon pastore per il suo gregge.

E arrivato poi il tempo per p. Piergiorgio nel quale il "vieni e seguimi" è stato l'invito a seguire Gesù sulla via della croce, realizzando il suo essere consacrato nella partecipazione alla sofferenza di Cristo per la redenzione del mondo. Non sarà stato facile accettare di essere sempre meno utile, di vivere in disparte, di lasciarsi guidare da altri. E il momento di credere che nella malattia e nella conseguente inattività si vive l'esperienza del seme che muore portando frutto, perché si rimane sempre religioso e prete.


Grazie a te, p. Piergiorgio

Come parenti, confratelli, parrocchiani è forte il bisogno di ringraziare il Signore per averci dato p. Piergiorgio e di ringraziare lui per la testimonianza che ci ha dato.

P. Piergiorgio ci lascia il dono della fedeltà: la sua vita è stata segnata dalla vocazione ad essere Giuseppino del Murialdo. Non riusciamo ad immaginare e raccontare la sua vita se non tra i Giuseppini.

Il dono della disponibilità. P. Piergiorgio è stato chiamato a lavorare in diverse opere della congregazione giuseppina e lo ha fatto sempre con piena disponibilità. Quando per la prima volta gli fu proposto di essere direttore, volle ricordare al suo superiore che si riconosceva tanti difetti, ma che non rifiutava la proposta, se questo voleva dire lavorare e soffrire di più per i giovani.

Quindi il dono della fraternità. P. Piergiorgio è stato un religioso sempre attento ai bisogni degli altri, fossero confratelli o laici. Una suora, ora missionaria in Brasile, lo ricorda come un prete capace di animare un gruppo, ma anche profondo nel colloquio personale. Gioioso e brillante nella battuta, con lui si potevano condividere momenti di serenità e sana allegria.


Scrutatore del cielo

P. Piergiorgio era appassionato di astronomia e gli piaceva studiare e scrutare il cielo per coglierne i segreti. È una bella immagine di giuseppino: come educatore il giuseppino è impegnato ad indicare le vie del cielo, ma può farlo se per primo lui è impegnato a studiare... astronomia.

Adesso p. Piergiorgio gode di un'altra prospettiva, il suo sguardo non è più dalla terra al cielo, ma dal cielo alla terra.

Per questo mentre lo ringraziamo per il bene che ha realizzato nella sua vita, a lui affidiamo la nostra preghiera e gli chiediamo di essere ancora "amico, fratello, padre", per sentirlo accanto nel cammino della vita.

Soprattutto gli affidiamo la nostra preghiera per ottenere nuove vocazioni alla Chiesa e alla Congregazione di San Giuseppe, ricordando i suoi anni passati sulle strade del Trentino per parlare ai ragazzi della bellezza della vocazione religiosa e sacerdotale.


Roma, 6 luglio 2009


p. Tullio Locatelli
superiore provinciale


Tra i suoi scritti questa preghiera:

   O Dio, amore, fammi amare Te,
perché so di essere un tuo figlio carissimo,
e fammi camminare nella carità,
allo stesso modo che Cristo mi ha amato
e si è fatto pane per me.

   Lasciami plasmare da Te,
come creta in mano al vasaio,
senza le pretese del mio io,
benevolo con i fratelli, misericordioso sempre,
capace di perdonare perché tu mi hai perdonato
in Cristo mio fratello che si è offerto a Te,
in sacrificio di soave odore.

p. Piergiorgio








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