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P. Luigi Selmo (31/1/1913 - 27/5/2005)


Caspian (Michigan, USA), 31 gennaio 1913

Vicenza, 27 maggio 2005


"Quale gioia quando mi dissero; andremo alla casa Signore!".

Sono convinto che questo sia stato il sentimento che ha accompagnato l'anima del nostro P. Luigi (Luis, come preferiva essere chiamato) quando si è aperta al cielo, all'in­contro con il suo Signore e Padre.

Preparata da questi lunghi mesi di letto in cui il corpo diventava ogni giorno di più la prigione di un'anima che anelava al cielo, P. Luigi ha finalmente incontrato Colui che ha allietato la sua vita, vissuta in giovinezza sempre, anche oltre gli ottant'anni. Così infat­ti scriveva al superiore provinciale di allora chiedendo di essere trasferito alla comunità dell'Istituto Maria Immacolata: "potrei aiutare in parrocchia, dare una mano nella scuo­la, aiutare qualche ammalato nell'ospedale di Montecchio, e la domenica potrei andare a celebrare la messa in qualche parrocchia vicina... ".

Questa lettera è del gennaio 1995: aveva 82 anni e stava proponendo una attività di lavoro apostolico da trentenne!

"Lo zelo per la tua casa mi divora" dichiarava l'antico salmista, ma potremmo dirlo tranquillamente per P. Luigi: una vita spesa per la salvezza delle anime, alla ricerca conti­nua di contatti individuali con le persone; con ognuno cercava un aggancio, aveva una parola, si faceva conoscere e cercava di conoscere. Una vita, la sua, che si è svolta tra le sponde di oceani diversi, cittadino del mondo, dove l'obbedienza e l'annuncio del vange­lo lo hanno portato.

Era nato infatti negli Stati Uniti (nel Michigan) il 31 gennaio 1913, ma a sei anni era rientrato con i suoi genitori a Zermeghedo. Dopo le scuole elementari e il ginnasio nel nostro seminario di Montecchio, sente in sé la vocazione al sacerdozio nella vita consa­crata e parte per il noviziato a Rivoli Torinese dove fa la sua prima professione religiosa. Dopo gli studi di filosofia a Oderzo e Ponte di Piave viene inviato come insegnante di scuola elementare a Treviso nell'Istituto Turazza. Dal 1935 al 1939 compie gli studi di teo­logia presso l'università Gregoriana di Roma e il seminario teologico interregionale di Viterbo. Il 23 luglio 1939 viene ordinato sacerdote ad Albano Laziale e l'anno successivo parte per l'Ecuador dove rimane nove anni. Nel 1949 infatti i superiori (memori delle sue origini nordamericane) lo inviano negli Stati Uniti ove rimane per ben 46 anni, passando per varie comunità: 15 anni ad Albuquerque (New Messico), poi a Cleveland (Ohio), quin­di a S. Pedro, una parrocchia di Los Angeles in California (vent'anni). A 75 anni ancora un trasferimento: a Quartz Hill, all'interno della California in un clima micidiale. Fino appunto al 1995 anno in cui rientra in Italia, a Montecchio. Ovunque sa suscitare simpa­tia, aiutare quanti sono nel bisogno sia materiale che spirituale: visita famiglie, ospedali, penitenziari...

A Montecchio inizia il lento declino.

"Quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo un 'abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli ".

Il corpo si disfaceva, ma l'anima si affinava, cominciava ad intravedere oltre la soglia e a desiderare l'incontro definitivo. Lo sposo tardava (92 anni è una bella età per una vita vissuta con questa pienezza!), lo sposo tardava, ma nella sua lampada, nella lampada di P. Luigi l'olio non veniva meno, rimaneva accesa in attesa. Lo sposo è arrivato e la lampa­da era bella pronta ad attenderlo, a fare tutta la luce necessaria per un incontro di gioia. C'è una vecchia preghiera di Raul Follereau (il grande apostolo dei lebbrosi), che credo possa esprimere qualche tratto della spiritualità di P. Luis:

Signore, insegnaci a non amare solo noi stessi, a non amare soltanto i nostri, a non amare soltanto quelli che amiamo. Insegnaci a pensare agli altri, adamare in primo luogo quelli che nessuno ama. Insegnaci ad amare gli infelici che soffrono e piangono, ipoveri che hanno bisogno di pane e di lavoro, i perseguitati e gli oppressi che nessuno protegge. Signore, abbi pietà di tutti i poveri del mondo e non permettere che noi viviamo felici da soli, ma facci sentire l'angoscia di tanta miseria.

Questo ha cercato di vivere il nostro P. Luis per tutta la vita, senza confini, senza porre ostacoli di lingua o cultura, senza nulla pretendere ma sempre donando. Forse la sua avventura terrena ha qualcosa da dire anche alle nostre coscienze; forse, attraverso la sua vita il Signore ha qualcosa da dire ai nostri cuori, forse troppo chiusi in angusti orizzonti; forse dobbiamo fare in modo di non avere incontrato invano un uomo di tal fatta, forse,... quanti forse! Quale il nostro, il mio "forse"?

p. Ferruccio Cavaggioni
sup. prov. veneta




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