Oderzo
3 agosto 1910
Camposampiero
25 giugno 2000
Domenica
25 giugno, festa del Corpus Domini, è tornato alla casa del Padre
P. NARCISO FAVA
di anni 89
Da qualche giorno era stato ricoverato nell'ospedale di
Camposampiero, vicino alla
casa di riposo di Trebaseleghe, dove era ospitato da due anni e mezzo, per una broncopolmonite, davanti alla cui aggressione, la sua
pur forte fibra ha presto ceduto.
Il
suo funerale l'abbiamo celebrato nel Duomo di Oderzo, martedì 27 giugno, ascoltando la pagina del Vangelo nella quale Gesù
narra la parabola del buon seminatore.
Due
ragioni motivano la scelta di questa pagina del Vangelo.
La prima è che il seme della parola di Dio è caduto nella
vita di P. Narciso come in una terra
buona e l'ha resa capace di portare molto frutto.
Se
Padre Narciso ora ci parlasse, certo inviterebbe tutti noi a ringraziare il
Signore per i lunghi anni di vita che Dio gli ha concesso, per le tante grazie
ricevute, per il dono della vocazione religiosa, per gli oltre 60 anni di vita
sacerdotale.
Davvero il Grande Seminatore ha seminato a larghe mani
nel terreno della vita di don Narciso e
il suo cuore ha accolto questo seme e lo ha fatto fruttificare.
La seconda ragione della scelta è che P. Narciso, reso
ricco e fecondo dalla Grazia di Dio, si è
fatto a sua volta seminatore di grazia e di salvezza e, con la stessa straordinaria generosità del Grande Seminatore,
ha.seminato la parola della Salvezza su ogni terreno, con l'impegno del
contadino che getta il seme nella giusta stagione, con la pazienza di chi sa
attendere il frutto al tempo opportuno, con la fiducia e l'ottimismo di chi non dimenticache in questo campo, a volte,
"altri semina e altri raccoglie".
Padre Narciso riposa ora a Oderzo, dove è nato, da dove
ha mosso i primi passi del suo cammino, dopo aver compiuto un lungo viaggio, durato tanti anni
e nel quale egli ha percorso molte
strade, solcato molti terreni.
Raccontare la sua vita significa descrivere una storia
lunga quasi un secolo e larga quanto il
mondo.
P. Narciso nasce a Oderzo nel 1910 e ben presto matura
nel suo cuore il seme della vocazione sacerdotale e religiosa: a 17 anni è postulante a Montecchio
Maggiore, poi novizio a Rivoli Torinese.
A Oderzo e a Modena vive i suoi primi anni di
consacrazione e a Oderzo emette la sua professione perpetua che, nell'agosto del 1934, lo
fa entrare definitivamente nella famiglia
religiosa dei Giuseppini del Murialdo.
Sin da giovane chierico manifesta il suo zelo
missionario: egli stesso scrive che a Modena, dal 31 al 34 era "assistente di varie associazioni di Amici del Missionario".
Viene ordinato sacerdote a Foggia il 16 ottobre del 1938
e a Foggia resta fino al 1940.
Comincia poi il suo "giro del
mondo", come seminatore della buona novella in
ogni terreno.
Ripercorro le tappe della sua vita con le sue stesse
parole, trovate in un suo appunto.
" Dal 1940 a al 1944 sono a san Giuseppe Vesuviano
come insegnante di religione nelle scuole
statali e assistente degli aspiranti e giovani di azione cattolica.
Il 23 settembre del 1943 i tedeschi hanno arrestato P.
Gino Ceschelli, P. Gaspare Tessarolo e P. Narciso Fava. Ci hanno condannato a morte. Fu eseguita
quasi subito la
condanna di P. Ceschelli, al quale ho potuto dare l'assoluzione prima
dell'esecuzione. Per P. Tessarolo e per
me la condanna a morte fu tramutata in campo di concentramento. Fummo condotti a Sparanise, ove siamo rimasti alcuni
giorni, con molti prigionieri. Ogni
notte un treno merci strapieno di prigionieri partiva per la Germania. Con uno stratagemma, ideato da P.
Tessarolo, siamo riusciti a scappare, di notte, insieme ad altri 5
sacerdoti detenuti".
Dal
1945 al 1948 P. Narciso è a Roma: sono gli anni difficili del dopoguerra.
Di questo periodo egli ricorda:" Mi occupo della
gioventù libica. Ho fatto alcuni viaggi per radunare i giovani figli dei coloni italiani
in Libia e condurli a Sant' Alessio, alla Nunziatella. Qui formavo i gruppi che poi
conducevo a Napoli (in treni speciali) e venivano imbarcati. Ho fatto tre viaggi a Tripoli. In totale
ho accompagnato a Tripoli oltre 3000
ragazzi e ragazze".
"Il 28 giugno del 1948 - è P. Narciso che scrive -
parto da Genova sulla motonave Andrea
Costa. Arrivo in Argentina: qui svolgo apostolato a Mendoza, a Buenos Aires e a
Morrison e faccio anche l'insegnante. A fine marzo 1951 P. Vittorio Gagliardi mi manda a Valparaiso, in Cile: sono
l'iniziatore e il primo parroco della parrocchia del Pilar, ove rimango
fino al 1965.
Durante
questo periodo sono stato 4 anni e mezzo da solo, però con l'aiuto di buone
persone fu fondato il grande collegio "L. Murialdo".
Dal 1965 al 1967 sono a Villa Bosch, come superiore,
viceparroco ed economo.
Dal
1967 al 1971 sono a Requinoa come direttore, parroco ed economo.
Dal
1971 al 1974 sono a Valparaiso come parroco ed economo.
Il 7 marzo 1974 parto per la Spagna: due anni a Siguenza
e due anni e mezzo a Orduna.
Il
25 settembre 1978 parto per l'Italia".
Credo
che questa cronologia e questa geografia della vita di p. Narciso dicano
abbastanza chiaramente della sua caratteristica fondamentale: un seminatore
infaticabile della parola di Dio, un sacerdote zelante e pieno di entusiasmo,
un missionario del mondo, un operaio del Vangelo; un operaio della prima ora,
la cui terra era ogni terra dove il Signore lo chiamava a donare le sue energie
e la sua vita.
In Italia, negli ultimi 20 anni, vive ancora una
stagione feconda di apostolato nel ministero
parrocchiale e pastorale: a Conegliano, a Cibiana, a Venezia.
"Il 6 ottobre 1984 - scrive p. Narciso - parto da
Treviso, con l'auto prestatami da mio nipote e, alle ore 14, arrivo al Collegio di Santa
Margherita Ligure: qui insegno religione
nel liceo. Aiuto molto in parrocchia".
Poco più di due anni fa la frattura del femore che lo
blocca: viene ospitato alla casa di
riposo dei padri Orionini di Trebaseleghe; ma si fermano solo le gambe: resta ancora vigile la mente e vibrante il cuore nei
confronti delle cause che hanno dato pienezza alla sua vita: l'impegno
missionario e lo zelo pastorale.
P. Narciso è stato un dono per quanti lo hanno conosciuto
ed hanno ricevuto da lui il seme della
Parola e della grazia di Dio.
Un
dono per le numerose comunità cristiane delle varie parti del mondo, da
Valparaiso a Santa Margherita, da Cibiana a Requinoa, che sempre si sono tenute
in contatto con lui, da cui si è fatto voler bene, che ora pregano con lui e
per lui.
Un dono per la sua famiglia che gli ha voluto tanto bene
e che, nella sorella Adele e negli altri fratelli e sorelle e nei nipoti tutti, gli è stata sempre
vicina, particolarmente negli ultimi
anni.
Un
dono per la Congregazione: don Narciso è stato un giuseppino pieno di entusiasmo e di generosità, aperto al mondo
intero: un confratello che rappresenta un pezzo della nostra storia di
cui non vogliamo perdere la memoria e di cui vogliamo conservare l'esempio.
Nel
giorno del Corpus Domini il Signore lo ha chiamato a sé: P. Narciso, sacerdote del mondo, ha distribuito ai poveri il
pane della vita e della speranza; al termine di una vita lunga e feconda,
Dio lo ha chiamato a sé, a partecipare al Banchetto
eterno nella santa dimora, dove ogni seme di bene fruttifica nella misura del
cento per cento, in un raccolto senza fine.
Grazie
P. Narciso. Grazie Signore, che ce lo hai donato.
d. Mario Aldegani
sup. prov.