Arzano (Napoli) 04-05-1931
Cefalù (Palermo) 03-12-2001
"Non amava stare al primo posto, ma sapeva stare sempre al suo posto, al posto giusto!"
Così nell'ultima veglia di preghiera, il direttore dell'opera di Cefalù ha riassunto ai numerosi giovani presenti la vita di p. Antonio Guerra.
La sua morte improvvisa, a 70 anni, di parroco di una comunità dopo 23 anni, ha lasciato tutti costernati, ammutoliti, smarriti. Ho davanti agli occhi la folla di persone che nella bellissima cattedrale di Cefalù si è stretta intorno a lui per l'estremo saluto insieme con il vescovo, il clero locale, i giuseppini convenuti. Ragazzi, giovani, adulti, famiglie, sacerdoti, gente del profondo Sud, lo piangono consapevoli di aver perso un "padre, il confidente, il confessore ".
La sua ultima giornata di impegno pastorale era stata una ordinaria giornata di lavoro domenicale, con la cura minuziosa delle iniziative per l'avvio di un periodo liturgicamente impegnativo come l'Avvento, con l'ascolto attento dei tanti e consueti volti di fedeli conosciuti e salutati per nome, con la sollecitudine del pastore che dà orientamenti ed esortazioni per l'approssimarsi della festività dell'Immacolata, festa da sempre cara al suo cuore di giuseppino. Eppure il Dio della misericordia lo ha chiamato nel mezzo di una banale quotidianità, "è venuto" personalmente a "visitarlo" e lui., si è fatto trovare "pronto", vigilante, attento...
"Il Salvatore trasfigurerà" con la sua venuta "il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso" solo se già prima troverà rinnovato e conformato nell'umiltà al suo il nostro cuore (dalle Letture dell'Ufficio del giorno). La gente lo ricorda proprio così: umile, silenzioso, obbediente.
Era nato ad Arzano (Na), di Pasquale e Russiello Rosa. Dal popolo napoletano, aveva già i connotati più genuini della disponibilità, dello spirito di sacrificio, dell'amore per la gente. L'infanzia nei cortili della Parrocchia "Sacra Famiglia"... La perdita dei genitori defunti sin dalla giovane età, prima la mamma poi il papà, avevano acuito nel suo animo ancor più la riservatezza e la delicatezza che colpivano incontrandolo,per scoprire subito' come il rispetto si apriva naturalmente ad un sorriso di accoglienza.
Il suo percorso di vita è caratteristicamente marcato dalla fedeltà nell'obbedienza.
Studi:
Scuola media inferiore e ginnasio a Viterbo Istituto S. Pietro.
45-46 il postulato a Viterbo; noviziato a Vigone (To) nel 1946-47.
Scuola Superiore a Ponte di Piave (Treviso) (1947-1950). Nel '50 p. Nazzareno M.L. così lo ritraeva...
"Salute ottima. Si è sempre dimostrato di ottimo buono spirito in tutto. Carattere timido e delicato: portato un poco alla minuziosità ed allo scrupolo. Di facile accontentatura e docile in tutto. Distinto nella pietà. Di buona intelligenza: merita di essere coltivato negli studi mandandolo in seguito all'Università. Credo che potrebbe fare bene in una casa di formazione o collegio ". (P. Nazzareno M.L.)
Tirocinio a Dipignano (Cosenza) nel 1950/53. A fronte del suo "ardente desiderio di incamminarsi per la via che lo condurrà al sacerdozio ", viene impegnato a Santa Marinella 53/54 ... Il direttore nota che "con rassegnata obbedienza rinuncia all'inizio regolare degli studi di teologia nel Teologato di Viterbo ".
Periodo di studi di teologia a Viterbo da 54/58 (con interruzione per impegno apostolico a Segezia (Foggia) dal 1956-57), per essere sacerdote a Viterbo il 22.03.1958.
Poi il suo impegno pastorale:
Insegnante a Roma Pio X nel 1958/60.
Insegnante e prefetto del collegio ad Albano (Roma) nel 60/61, attento a ritagliare e difendere i tempi dello studio dall'eccessivo lavoro ordinario perfino nei mesi estivi.
Già giovane direttore, destinato a Segezia (Foggia) nell'Istituto "Murialdo" dal 1961 al 64; poi si inserisce nella comunità di Cefalù: CFP e incaricato della disciplina dal 64 al 71; ancora direttore alla Scuola Apostolica a San Giuseppe Vesuviano dal 1971 al 1976, periodo che ha affinato per tante circostanze la sua sensibilità pastorale e lo rende ora disponibile a fare dono delle sue capacità ad una cerchia più ampia e più varia di persone, in un campo più aperto. Sarà destinato al CFP e oratorio dal 1977 al 78 di Rossano.
Quindi, dopo attento e travagliato discernimento, nel 1978 parroco a Cefalù nella parrocchia SS.mo Salvatore alla Torre. Per 23 anni sempre al servizio della gente. Mi confidava che non aveva chiesto di "diventare parroco", che sentiva "il peso di entrare in relazione", di trovarsi in una parrocchia non sempre accettata dai confratelli vicini. Ma si era messo a servizio "della gente", incontrata a qualsiasi orario, per qualsiasi necessità, per qualsiasi confidenza. La sua spiritualità era, se si vuole, di tipo "tradizionale", ma essenziale, sobria, e centrata sull'attaccamento a Gesù Cristo. Nella formazione permanente del gruppo dei parroci della provincia religiosa, mi faceva notare che l'essenza dell'approccio della nuova evangelizzazione era l'incontro con Gesù Cristo, quindi il Vangelo, la preghiera, l'Eucarestia. Alla gente, nella miriade di iniziative che sollecitamente poneva in essere, desiderava fattivamente portare solo l'amore per Gesù Cristo. Questo lo hanno particolarmente capito e accolto i giovani che pur attratti nel mondo di oggi dalle mille euforie ed illusioni, sanno ancora distinguere dove e presso chi cogliere l'essenziale.
Riconoscenza per la testimonianza del suo buono spirito e del suo lavoro pastorale svolto con obbediente fedeltà e con fede silenziosa ed efficace...
• amore per la Congregazione e la sua comunità
• amore per i giovani
• amore per la sua comunità parrocchiale
La seguente lettera è una preziosa testimonianza della gratitudine a Dio per ciò che p. Antonio è stato nel cammino di crescita e maturazione vocazionale di alcuni suoi giovani.
"Carissimi, condividiamo pienamente con tutti voi ciò che provate in questo momento. Anche se non fisicamente, ci sentiamo in mezzo a voi con la forza dell 'affetto e di un 'intensa preghiera di fronte a questa Parola che il Signore ha voluto dirci, prendendo con sé, 'come un ladro nella notte ', p. Antonio, il nostro Parroco, un vero uomo di Dio al quale ciascuno di noi è legato in maniera particolare e personale. Una Parola forte sulla vigilanza, all'alba dell'Avvento: 'Vegliate e pregate perché non sapete quando il Signore verrà'. E per lui il Signore è venuto. Quella parola si è fatta carne, quella parola proclamata durante la sua ultima Eucaristia dove ha spezzato ancora una volta il Corpo di Cristo. Anche la sua vita è stata un continuo farsi pane spezzato per ogni uomo. È così che lo ricorderemo per sempre. Un vero sacerdote, un vero figlio del Murialdo. Giovane tra i giovani e, al contempo, padre tenero e forte, instancabile nel suo ministero, inesauribile nelle iniziative e nell'apertura ai bisogni dei giovani. I giovani... il suo grande amore dopo Dio.
A lui è legata tutta la nostra adolescenza, ì primi passi di una fede che cresce, il nostro cammino vocazionale che, ne siamo certe, aveva intuito, ma seguiva nel silenzio pregando intensamente per noi. Non è mai mancato nei passi fondamentali del nostro iter religioso; ultimo la nostra Professione solenne di me, suor Chiara Cristina, una settimana fa. Era seduto proprio accanto a me, gioioso e commosso. Durante l'abbraccio di pace mi ha affidato la Parrocchia e il cammino dei giovani. La sua presenza è stata dono dì Dio per tutti, segno tangibile della tenerezza del Padre. Un amico, un fratello, un padre... Uno che ha compiuto sino alla fine quanto gli era stato chiesto.
E così lo ricorderemo per sempre.
(Suor Maria Ester e Suor Chiara Cristina, Clarisse del Monastero S. Maria degli Angeli, Castelbuono (Pa), 3 dicembre 2001)
p. Giuseppe Rainone
superiore provincia romana