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G.Danieli: San Giuseppe, nostro modello oggi


da: AA:VV., Schemi per conferenze settimanali, LEM, Roma, 1990, pp.51-53


Una quantità di ispirazioni e suggerimenti su San Giuseppe ci arriva dalla nostra Regola (in particolare Origine e Carisma della congregazione e Costituzioni) e dalla recente Esortazione Apostolica “Redemptoris Custos”, scritta dal S.Padre Giovanni Paolo II e datata il 15 agosto 1989.

San Giuseppe nella nostra storia

Parlando dell’origine della congregazione di San Giuseppe, nel documento “Origine e Carisma” si osserva: “La congregazione di san Giuseppe nacque dalla fusione vitale dell’esperienza del Murialdo con quella del gruppo educativo dell’Opera degli Artigianelli”.

E si prosegue come indicando una logica conseguenza “San Giuseppe diviene il modello dal quale la congregazione trasse i suoi lineamenti caratteristici”.

Fra questi lineamenti caratteristici si indicano: l’obbedienza pronta al volere del Padre; la scelta evangelica della vita povera e oscura; l’amore e la riverenza per i ragazzi più poveri; lo spirito di famiglia; il rilievo dato alla figura del fratello laico”

( Origine e Carisma, n. Vl). Il pensiero corre di istinto alla figura di san Giuseppe.

Più avanti, presentando lo spirito della congregazione giuseppina, si dice che il nucleo centrale di questo spirito sta nel vivere “sull’esempio di San Giuseppe” una vita di umiltà e carità, come risposta all’amore attuale, infinito, personale e misericordioso che Dio ha per ciascuno di noi. È una risposta riconoscente all’amore di Dio.

In realtà, il vangelo ci dice che Dio considera fatto a sé quello che noi facciamo al fratello: “Col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati” ( Mt 7g ). E intende dire: “sarete giudicati da Dio, sarete misurati da Dio”. Dio vi dà il contraccambio, come di azioni rivolte a Lui. E nella narrazione profetica del giudizio finale, Gesù sottolinea particolarmente le azioni positive e negative, di aiuto o di disprezzo rivolte proprio ai più poveri ( Mt 2531-46).

San Giuseppe nelle nostre costituzioni

Negli articoli 5 e 6 delle Costituzioni il tema centrale è San Giuseppe come “modello e patrono” del giuseppino. E c’è un invito alla gratitudine verso Dio: “I confratelli saranno riconoscenti al Signore per essere stati scelti a continuare nella Chiesa il suo spirito e la sua missione” (art. 5). Lo spirito giuseppino viene derivato appunto da Lui: “Da san Giuseppe i confratelli impareranno soprattutto l’umiltà e la carità, virtù caratteristiche della congregazione” (art. 6).

Lo sguardo all’esempio di San Giuseppe costante nel seguito degli articoli: “Conservando nel loro cuore l’esempio di san Giuseppe, i confratelli si impegneranno in una vita laboriosa” (art. 9, povertà). Per vivere con gioia e in crescita di amore la verginità consacrata, ogni confratello “riponga filiale fiducia nella Vergine Madre e in san Giuseppe, sposo e padre virginale” ( art. 18). “Sull’esempio di san Giuseppe i confratelli vivano l’obbedienza con umiltà, prontezza e semplicità” (art. 23). Ciascun confratello si impegni a rendere la sua comunità “una sola e ben unita famiglia, simile a quella di Nazaret” (art. 31). I giuseppini – continuano le Costituzioni - “si rivolgono a San Giuseppe e lo imitano nella sua costante comunione con Dio e con Gesù nel lavoro quotidiano” (art. 44). San Giuseppe modello, in particolare, nell’apostolato giuseppino: “Ispirandosi a San Giuseppe educatore di Gesù, i confratelli amano vivere tra i giovani come amici, fratelli e padri” (art. 51).

San Giuseppe presentato dal Santo Padre come modello di ogni cristiano

Parlando di San Giuseppe oggi non è possibile dimenticare la lettera del Papa “Redemptoris Custos”. Uomo del silenzio e del lavoro (nn. 22-23). Uomo dell’accoglienza della novità di Dio (n. 2). Uomo della fedeltà al dono ricevuto (n. 4). Uomo che cammina nella fede assieme alla Vergine Maria (n. 5). Inarrivabile modello di sposo (nn. 7-8 e 17-21). Inarrivabile modello di amore paterno (nn. 7-8). Visse in una continua intimità con il Verbo fatto uomo (nn. 26-27). È a lui che la Chiesa si affida (nn. 28-32).

Questo è un carisma difficile da imitare, perché unisce tante qualità umane ad una fede tenace, apprezzamento per gli uomini pubblici, per i mass-media, il coraggio della ricerca, “ansia di aggiornamento continua per dovere di qualificazione nel suo lavoro: letture attente, viaggi di studio, prese di contatto con esperienze già in atto, partecipazione a congressi nazionali ed internazionali” (Doc. C. 43) ed una grande stima per i suoi ragazzi, accettazione di ogni limite umano, la pazienza storica di attendere la maturazione degli eventi, dopo di aver posto le premesse per il loro cambiamento.

Questo è il carisma che ha posto nel cuore dei confratelli, perché lavorassero così, con la pazienza, fiducia e tenacia di un tessitore evangelico.



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