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6. Culto a Maria e a san Giuseppe


da: P.G. Accornero, Il Pioniere - Leonardo Murialdo tra giovani e mondo operaio, Paoline, Milano, 1992, pp.286-287



Se la spiritualità murialdina è decisamente cristocentrica, la pietà mariana occupa una posizione molto importante e propulsiva. La particolarissima e tenera devozione alla Consolata segna tutta la sua vita. La stessa cosa avviene per gli altri santi e beati torinesi.

Tema centrale della sua mariologia è la « mediazione universale » della Madonna. Vi si nota l’influsso della scuola di San Sulpizio e di Jean-Jacques Olier.

Una speciale devozione nutre, come tanti altri personaggi e fondatori di congregazioni del secolo scorso, per san Giuseppe. Lungo il XIX secolo nella Chiesa si risveglia il culto per il « Santo Patriarca », come lo chiama il Murialdo: pone la sua famiglia religiosa sotto la protezione dello sposo di Maria, padre putativo di Gesù, « modello » dei lavoratori.

Pio IX – nel decreto Quemadmodum Deus dell’8 dicembre 1870 e nella lettera apostolica Inclytum Patriarcham del 7 luglio 1874 – affida la Chiesa alla protezione di san Giuseppe e lo dichiara « Patrono della Chiesa ». Giovanni Paolo II nell’esortazione apostolica Redemptoris Custos del 15 agosto 1989 spiega che Pio IX « sapeva di non compiere un gesto peregrino, perché a motivo dell’eccelsa dignità concessa da Dio a questo suo fedelissimo servo, “la Chiesa, dopo la Vergine Santa, ebbe sempre in grande onore e ricolmò di lodi San Giuseppe, e di preferenza a lui ricorse nelle angustie ” ».

La Redemptoris Custos celebra il centenario dell’enciclica di Leone XIII Quamquam pluries del 15 agosto 1889, che si inseriva nel solco della plurisecolare venerazione per san Giuseppe, al quale Dio « affidò la custodia dei suoi tesori più preziosi ». È ancora Leone XIII che nella lettera apostolica Neminem fugit del 14 giugno 1892 esalta la famiglia di Nazaret come esemplare per ogni famiglia.

L’enciclica Quamquam pluries era accompagnata da un Oratio ad Sanctum Iosephum nella quale Leone XIII pregava: « Allontana da noi, o padre amatissimo, la peste di errori e di vizi, assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù, così ora difendi la Santa Chiesa dalle ostili insidie e da ogni avversità ».

I pronunciamenti del magistero non fanno che confermare le scelte spirituali e apostoliche del Murialdo, che fa della devozione a san Giuseppe una costante della sua vita di pietà e della sua congregazione, fondata nella festa del 19 marzo. Per lui san Giuseppe è modello di obbedienza, laboriosità e umiltà, è punto di riferimento e guida degli educatori perché « ha educato il più santo degli artigianelli ».



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