Cari confratelli,
vi presento il documento della CI di Sigüenza, celebratasi dal 20 al 27 mag-gio, con le espressioni dell’inno liturgico con il quale abbiamo pregato negli ultimi giorni di essa, preparandoci alla Solennità di Pentecoste.
Esse esprimono la fiducia che lo Spirito del Signore Risorto vive ed opera in mezzo a noi: è la forza che ci rimette sempre in piedi, ci rende testimoni del suo Amore e dà ali alla Speranza.
Nei giorni della CI abbiamo condiviso numerosi momenti di ascolto e di riflessione comune sulla Parola di Dio: questa esperienza ha illuminato e ha fatto da sfondo ad ogni nostro pensiero e progetto.
Abbiamo meditato sulla figura di Mosè, amico di Dio e guida del suo popolo; sul buon samaritano, icona della carità evangelica; sulla guarigione del paralitico, storia di una salvezza integrale della persona che è il dono di Gesù a noi e il servizio che siamo chiamati a rendere ai giovani “ne perdantur”; sulla lavanda dei piedi, modello delle relazioni fraterne, particolarmente per chi è chiamato a esercitare il servizio dell’autorità; sulla parabola del giudizio finale, che ci ricorda che saremo giudicati sulla nostra scelta degli ultimi.
Il documento finale della CI verifica il cammino di questi tre anni, ci rilancia nell’attuazione del sogno capitolare nel prossimo triennio e propone una riflessione e delle indicazioni sui cammini nuovi della nostra pastorale: sono certo che i superiori che hanno partecipato alla CI avranno l’occasione non solo di diffonderlo ma anche di ap-profondirlo e spiegarlo ai confratelli nelle comunità, affinché insieme possiamo renderci conto della strada che stiamo facendo, delle sfide nuove a cui siamo posti davanti e del-le risposte che siamo chiamati a dare come religiosi giuseppini nella Famiglia del Mu-rialdo.
Accompagno il saluto cordiale con un augurio che raccolgo ancora dalla preghiera liturgica di questi giorni:
Noi che “abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi” (1Gv 4,16), aperti profeticamente alle sfide della nuova evangelizzazione, del territorio e delle culture, siamo chiamati ad ascoltare con sempre maggior attenzione le voci dei giovani più poveri, sapendo che ponendoci al loro servizio potremo, insieme, scoprire il volto di Dio. (Cap. Gen. XXI 2.1)
Abbiamo celebrato e vissuto la CI di Sigüenza, la terza del sessennio, come una esperienza di comunione e di corresponsabilità, condividendo il cammino della Congregazione e della FdM nelle varie realtà e l’impegno a realizzare il programma affidatoci dal CGXXI.
Abbiamo cercato di aiutarci nell’ascolto della realtà concreta, delle voci e dei volti dei confratelli e dei giovani, dei poveri, lasciandoci illuminare e guidare anche dal momento di difficoltà che il mondo sta vivendo.
Abbiamo anzitutto riportato mente e cuore al “sogno capitolare”: che cosa abbiamo sognato nel 2006 a Fazenda Souza per il cammino della nostra famiglia religiosa in questi anni?
Abbiamo sognato una congregazione più unita nell’accoglienza e nella valorizzazione delle sue differenze; una congregazione che dilata ed approfondisce in se stessa l’esperienza della comunione nella FdM, in cui scopre nuovi fratelli e nuove sorelle; una congregazione sempre più dedicata ad esprimere il cuore del carisma ereditato da san Leonardo Murialdo e perciò “ricca di misericordia e di tenerezza” e “aperta alle sfide territoriali e culturali”, dedicata in modo sempre più visibile ai giovani poveri.
Confrontando la nostra realtà con questi obbiettivi, abbiamo sentito vivamente la distanza fra gli ideali che ci siamo proposti e la nostra capacità di tradurli nella vita quotidiana.
Tuttavia abbiamo rafforzato in noi alcune convinzioni, che fraternamente vi trasmettiamo:
In questa prospettiva leggiamo il presente e guardiamo al futuro non legati alle nostre speranze, ma fiduciosamente abbandonati alla Speranza, radicata in Qualcuno che è assai più grande di noi; non calcolando soprattutto gli esiti della nostra azione, ma intravedendo i segni dell’azione di Dio nella nostra vita e nella storia del mondo.
Invitiamo pertanto tutti a ravvivare l’impegno a camminare nella “visione” del CGXXI, attualizzandone e concretizzandone i contenuti nel prossimo triennio.
1.- Constatiamo con gioia che la nostra pastorale giuseppina continua ad essere nel mondo un segno di speranza per molti e ci rende riconoscibili come educatori cristiani dei giovani poveri, con uno stile caratterizzato soprattutto dallo spirito di famiglia e da relazioni calde e accoglienti.
Al tempo stesso rileviamo che ci troviamo di fronte a nuove sfide che richiedono un cambiamento nella pastorale e ci impegnano a nuove risposte.
2.- La nostra pastorale si realizza sempre più in una sinergia di forze: ci sono tanti laici attorno a noi, spesso con ruoli di responsabilità e di protagonismo; è sempre più necessario inte-ragire con altre realtà del territorio; si evidenziano anche modelli di attività apostoliche e di gestione delle opere che vanno oltre la modalità tradizionale. Tutto questo sembra condurci sulla strada del mettere insieme forze e risorse, camminando sulla linea della comunione delle vocazioni e privilegiando l’animazione nello spirito del carisma, più che la titolarità delle attività o delle strutture.
3.- In molte parti del mondo la nostra pastorale è sfidata oggi dall’“emergenza educativa”, dall’aumento dei poveri e dal diffondersi di nuove forme di povertà. Ci sentiamo interpellati come Giuseppini del Murialdo a dare risposta a questi problemi, nella fedeltà all’eredità carismatica che il Murialdo ci ha lasciato: educare - cristianamente - giovani - specialmente poveri.
La sfida per noi è tenere insieme e verificare continuamente questi quattro aspetti nella nostra azione pastorale: essere educatori, evangelizzare, servire i giovani, stare dalla parte dei poveri.
4.- I problemi del mondo giovanile e le indicazioni del capitolo generale ci spingono ad una conversione verso i giovani più poveri, che non è ancora una realtà pienamente compiuta nella nostra congregazione e chiedono a tutti di porre segni concreti perchè sia più visibile la nostra dedicazione agli ultimi.
5.- Sentiamo l’esigenza di rafforzare la nostra spiritualità come dimensione unificante del-la nostra vita, anima e motore del nostro apostolato. Solo così possiamo essere fedeli al carisma, riconoscendo i giovani poveri e abbandonati come luogo teologico del nostro incontro con Cristo.
6.- Il rinnovamento della vita fraterna nel contesto della FdM ha una grande importanza anche nella pastorale: tale fraternità è già un’efficace testimonianza e punto di partenza per un valido servizio educativo.
7.- Ѐ importante passare dal protagonismo dell’individuo a quello della comunità educante murialdina, nella quale il giuseppino si sente chiamato soprattutto a tener vivo il carisma.
8.- Riteniamo irrinunciabile che in ogni nostra realtà e presenza ci sia un segno visibile della nostra dedicazione ai giovani più poveri, attivando iniziative che siano semplici ma profetiche.
9.- Incoraggiamo e sosteniamo le iniziative che attuano le nuove metodologie della pastorale: lavoro in équipe, lavoro in rete, lavoro per progetti, sinergia con il territorio.
10.- La formazione iniziale dei confratelli, attraverso momenti formativi ed esperienze pratiche, curi questa nuova sensibilità verso una pastorale vissuta nel contesto della FdM, con particolare attenzione alla spiritualità e al nostro stile pedagogico, alla corresponsabilità ed al lavorare insieme.
11.- Occorre avere un’attenzione particolare per la formazione spirituale, apostolica e professionale dei laici, in particolare di quelli piú vicini, impegnati e con ruoli di responsabilità.
12.- Accogliamo la ricchezza di riflessione che la FdM ha maturato nel Seminario di Buenos Aires e nel Forum di Londrina: i percorsi compiuti e le conclusioni raggiunte sono patrimo-nio comune per la nostra pastorale. In particolare assumiamo come indicazioni di cammino, le seguenti linee di azione:
13.- Incoraggiamo la continuazione dell’iniziativa di e-learning, intrapresa dal Seminario di Buenos Aires sulla Pedagogia Murialdina e condividiamo che il cammino del Forum di Pastorale continui con la “terza tappa”, riguardante la ricaduta delle conclusioni nelle singole realtà locali.
14.- In diverse realtà si stanno progettando cammini per attuare le indicazioni date nella CI di Los Angeles del 2008 e rilanciate nella Lettera Circolare n. 8. “Nuove forme di fraternità fra religiosi e fra religiosi e laici”. Del resto l’incontro con i laici è un dato di fatto e cresce quasi ovunque la loro presenza e corresponsabilità nelle attività apostoliche.
15.- La prospettiva e il fondamento spirituale della nostra relazione con le altre vocazioni nella Chiesa domandano più consapevolezza e più coraggio nel cammino della “comunione delle vocazioni”. Questo è il fondamento per costruire davvero nelle realtà locali la “FdM”, risultato dell’impegno della comunità giuseppina ad “aprirsi, a leggersi, ad integrarsi e a sperimentarsi sempre più in una comunione di vita, in congregazione, allargata alla FdM”. (CGXXI. Racc. 4)
16.- Forse ci mancano, a livello locale, la decisione e la continuità nel sostenere la matu-razione della “coscienza vocazionale” dei nostri laici, affinché l’appartenenza alla FdM diventi per loro un impegno che sia risposta ad una vocazione.
17.- Rinnoviamo con convinzione a tutte le comunità l’invito a realizzare le indicazioni del-la Racc. n. 4 del CGXXI, della Conferenza Interprovinciale 2008 e della Lettera Circolare n. 8.
18.- Richiamiamo l’importanza di investire sulla formazione, soprattutto carismatica, dei membri della FdM, non trascurando il fatto che noi stessi abbiamo bisogno di tale formazione.
19.- Sottolineiamo ancora una volta la necessità che il cammino di costruzione della espe-rienza locale di FdM sia un impegno prioritario del superiore locale, appartenga al progetto co-munitario e coinvolga l’intera comunità.
20.- Ringraziamo Dio per il numero crescente dei giovani - 132 - che sono nelle diverse tappe della formazione iniziale. Un grazie speciale ai formatori che ogni giorno li accompagnano nel cammino formativo.
21.- Siamo grati all’équipe formativa di Viterbo e ai confratelli che hanno preso parte ai corsi di preparazione alla professione perpetua e al corso di ForPer.
22.- Siamo coscienti che resta aperta la sfida di attenzione ai confratelli nei primi anni di professione perpetua e ordinazione sacerdotale, secondo quanto indicato nella Conferenza In-terprovinciale 2008.
23.- Per una maggiore unità dei criteri formativi da attuare nelle varie sedi e tappe di formazione iniziale, sentiamo necessario e urgente l’attuazione del programmato incontro inter-nazionale dei formatori. Ad esso sono invitati i rappresentanti di ogni sede di teologia, di filoso-fia, dei noviziati e possibilmente anche dei postulati.
24.- Si riafferma la necessità di individuare confratelli per il servizio della formazione ini-ziale e disponibili a prepararsi a questo compito a livello provinciale e generale, aderendo a per-corsi formativi indicati e condivisi col consiglio generale.
25.- Si ribadisce che la testimonianza di tutti i confratelli è di fondamentale importanza ed influisce in maniera determinante nel processo di accompagnamento nella crescita umana e spi-rituale dei giovani in formazione, particolarmente se lo stile di vita personale e comunitario tra-smette la gioia della propria vocazione.
26.- Circa la formazione permanente, considerata la positiva valutazione dei confratelli partecipanti al corso del 2009 e dell’équipe dei docenti di Viterbo, si offre la possibilità di un nuovo corso di ForPer da febbraio a maggio 2010; i provinciali si impegnano a garantire la pre-senza di almeno un confratello per provincia.
27.- Si sottolinea la necessità che tutti i confratelli in formazione partecipino, prima dell’ammissione, al corso di preparazione alla professione perpetua. Pertanto, oltre al corso già programmato per il 2009 se ne organizza un altro nel 2010.
28.- Per quanto riguarda i confratelli studenti delle sedi internazionali di teologia, si definiscono i seguenti orientamenti:
- nelle sedi teologiche di durata triennale l’ordinazione diaconale sarà celebrata dopo la conclusione dei corsi di studio; le province si faranno carico di organizzare per questi confratelli l’anno di pastorale o di completare il percorso formativo con la frequenza ad un corso di specializzazione
- circa gli studenti residenti all’estero, si permette una visita in famiglia a coloro che rimangono per un minimo di quattro anni. Le eccezioni saranno trattate direttamente con il rispettivo provinciale. I costi di questi viaggi sono a carico delle province di origine.
29.- Circa le tappe della formazione iniziale si conferma l’orientamento a svolgere il noviziato e la filosofia nella propria provincia di origine.
30.- Circa le sedi internazionali di teologia confermiamo la validità delle tre attuali, con l’impegno del consiglio generale e dei provinciali ad assicurare adeguate équipes di formatori, aperti ad un lavoro in rete tra di loro e con gli altri, a garantire l’effettiva internazionalità degli studenti, a sostenere l’adeguamento delle strutture residenziali, ponendole in grado di realizzare una comunità fraterna secondo uno stile familiare.
31.- Si chiede al consiglio generale di seguire da vicino in particolare la sede di Tlalpan (Messico), verificandone l’effettiva internazionalità e la reale sostenibilità in termini economici e di personale.
32.- Ci siamo trovati come famiglia per prendere atto di alcuni aspetti dell’economia che fanno capo all’Amministrazione Centrale, con l’intento di coniugare prospettive e risorse nell’orizzonte di un cammino unitario di congregazione.
33.- Non mancano, anche in casa nostra, problemi e difficoltà economico/finanziarie spe-cialmente in questo momento di crisi globale; tuttavia siamo fiduciosi che nella condivisione, se-condo i principi di complementarità e sussidiarietà suggeriti dal CGXXI, possiamo guardare al fu-turo con una certa serenità.
34.- Siamo consapevoli che in questo momento particolare occorre chiedere uno sforzo, forse più grande del previsto, per realizzare alcune scelte che stanno caratterizzando questo sessennio: la internazionalità, specie delle sedi di formazione, l’espansione geografica della no-stra famiglia religiosa, la comunione dei beni.
35.- L’attuale situazione economica non deve impedirci la carità e il servizio verso i più bi-sognosi, ma piuttosto ci deve interrogare sul nostro stile di vita, per non essere solo difensori delle nostre sicurezze sociali ed economiche. Per questo siamo invitati ad una maggiore sobrietà da realizzarsi in scelte concrete a livello locale, provinciale e generale.
36.- Circa la ripartizione dei costi comuni, per l’anno 2009 le province si trovano con un aggravio di circa il 25%, in quanto alcune voci, in particolare quelle relative alla formazione, negli anni precedenti venivano coperte dal fondo CdB, attualmente non disponibile.
37.- Confermando la copertura totale dei costi per il risanamento dell’immobile di San Pietro - Viterbo (€ 1.500.000), le province si impegnano a versare quanto rimane da coprire (€ 683.000), ripartendolo secondo il criterio dei contributi e con modalità e tempi da concordare fra l’economo generale ed i consigli provinciali.
38.- L’Amministrazione Centrale è impegnata a far fronte in conto economico ai costi ordinari dei confratelli nelle sedi internazionali di teologia, non coperti dalle rispettive province, secondo i criteri già espressi nella Conferenza Interprovinciale di Los Angeles. I viaggi da e per la patria, i visti per permesso di soggiorno e eventuali costi per cure mediche straordinarie restano a carico delle province di origine.
39.- Ci sembra necessario progettare un approfondimento specifico e tecnico sull’organizzazione amministrativa della nostra congregazione e sulle funzioni proprie dell’Amministrazione Centrale che, salvaguardando il principio di sussidiarietà e quello di unitarietà, permetta di realizzare le scelte strategiche del sessennio.
40.- La Conferenza Interprovinciale approva il bilancio consuntivo 2008 e il preventivo 2009 dell’Amministrazione Centrale.
- conferma l’Incontro Internazionale della FdM a Roma/Torino dal 26 aprile al 2 maggio 2010. La proposta del pacchetto completo per la settimana in Italia è di circa 350€, a condizione che entro la fine di ottobre 2009 si raggiunga l’adesione di circa cento partecipanti. Referente per l’organizzazione è p. Alejandro Bazán cui devono pervenire le adesioni. La provin-cia Italiana curerà l’organizzazione logistica per l’accoglienza e la permanenza in Italia. (in allega-to il programma)
- delibera
INCONTRO INTERNAZIONALE FORMATORI: Viterbo 21 - 28 aprile
INCONTRO INTERNAZIONALE FdM: Roma/Torino 26 aprile - 2 maggio
110 anni dalla morte del Murialdo - 40 dalla canonizzazione
CONFERENZA INTERPROVINCIALE (con ECONOMI PROVINCIALI): Roma - casa generalizia 24 - 31 maggio la CdB
CONFERENZA INTERPROVINCIALE: Argentina 25 marzo - 5 aprile verso il CGXXII
MESE MURIALDINO: Messico 17 luglio - 7 agosto
INCONTRO INTERNAZIONALE GIOVANI FdM - REFERENTI PASTORALE: Madrid agosto in concomitanza con G.M.G. (17-21 agosto)
CAPITOLO GENERALE XXII
ALLEGATO
GIORNO | DATA |
| ATTIVITÀ |
Lunedì | 26 aprile | M P S |
arrivo a Roma e sistemazione in albergo |
Martedì | 27 aprile | M P S | visita alla città di Roma visita alla città di Roma |
Mercoledì | 28 aprile | M P S | incontro con il Papa visita alla città di Roma incontro di preghiera: |
Giovedì | 29 aprile | M P S | viaggio a Torino (fermata a Pisa) sistemazione a Torino |
Venerdì | 30 aprile | M P S | formazione: spiritualità e identità della FdM visita alla Sindone festival (presentazioni delle delegazioni) |
Sabato | 1° maggio | M P S | percorso “Sui passi del Murialdo” momento culturale incontro di preghiera della FdM |
Domenica | 2 maggio | M P S | Eucaristia conclusione partenze… (ritorno a Roma) |
*** costo previsto della settimana: € 350,00.