Vita Giuseppina N. 4 – Aprile 2013 – Anno 119° - News - Giuseppini del Murialdo - sito ufficiale


Vita Giuseppina N. 4 – Aprile 2013 – Anno 119°






È in spedizione il quarto numero del 2013 di Vita Giuseppina ricco di tante notizie provenienti
dalle Opere della FdM dell’Italia e del Mondo.

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BUONA LETTURA!


La Redazione di Vita Giuseppina
vita.g@murialdo.org











Tratto da VG di Aprile 2013 pag. 8-9:

PAPA FRANCESCO, UNO DI NOI

Il p. "Lalo" Carreras, Giuseppino del Murialdo, della Parrocchia Sacra Famiglia, è conosciuto
soprattutto nella zona di Guaymallén (Mendoza - Argentina) per il suo attivo ruolo nella comunità. Organizza iniziative per la sicurezza, sostiene una mensa per i più bisognosi e ogni mese celebra una Messa per quei genitori che hanno perso i loro figli.
Ma quello che pochi sanno è che, al di là della propria vocazione e spiritualità, il suo ministero
sacerdotale fu segnato a fuoco da una frase che gli disse Mons. Jorge Mario Bergoglio, 19 anni fa, quando, come vescovo ausiliare di Buenos Aires, lo ordinò sacerdote: “Lalito, non dimenticarti di essere misericordioso nel tuo sacerdozio, come Dio lo fu con te".
Queste le parole esatte rivolte dal futuro Papa Francesco, il 19 marzo 1994, nella parrocchia di
“Cristo Obrero y San Blas” de Villa Soldati, Buenos Aires, ad un giovane e attento Lalo, che, come Giuseppino, già si sapeva immensamente amato da quel Dio misericordioso che il Murialdo ci aveva descritto.
Lalo ci racconta: “Questa frase di Papa Francesco ha segnato il mio sacerdozio; ho sempre cercato di essere misericordioso, che, per me, significa essere caldo, accogliente, sorridente, amichevole, simpatico, trattare bene la gente, giocarsi, coinvolgersi e avere lo stesso cuore delle persone che soffrono o che si avvicinano nelle loro difficoltà, come ci ha insegnato il Murialdo.
Da quando mi sono trasferito a Mendoza non ho più avuto l'opportunità di incontrare Mons.
Bergoglio. Tuttavia ricordo, come se fosse ieri, i dettagli della mia ordinazione. Mi aveva chiesto
 di incontrarmi qualche giorno prima, perché non voleva arrivare e ordinare uno sconosciuto. Così fu. Ci siamo incontrati e abbiamo parlato un po' della mia storia . Ho potuto constatare la sua semplicità, vicinanza e affabilità, così come la sua misericordia, la preoccupazione per le questioni sociali e la sua predilezione per i più poveri, in linea con gli ideali del Murialdo.
Il giorno della celebrazione, una giornata molto piovosa, l’attuale Papa è venuto a Villa Soldati con l'autobus 76, che si prende a Piazza Flores. E’ sceso avendo con sé un ombrello, l'impermeabile grigio e una valigetta con i suoi ornamenti liturgici, perché non aveva né segretario, né autista, né macchina: un grande esempio di austerità.
Dell’ordinazione mi ricordo che l'attuale Sommo Pontefice non ha mai tolto il suo sguardo su di me e invece di chiamarmi per il mio nome, come si usa abitualmente, mi ha chiamato "Lalo", che è il modo in cui sono chiamato dalla mia famiglia e dai miei amici.
Inoltre, dopo la consacrazione dell'ostia, mi ha chiesto che io consacrassi il Sangue. E sono rimasto scioccato, perché non è nell'uso normale; ma l'ho fatto perché me lo aveva chiesto lui. In questo modo, mi ha dato il chiaro esempio di non aderire rigidamente al protocollo, così come abbiamo visto nei primi giorni del suo pontificato.
Penso che Papa Francesco opererà, durante il suo pontificato, per una Chiesa semplice, umile e con una grande attenzione ai più bisognosi. Come Arcivescovo, ha sempre accompagnato i sacerdoti che operano in ambienti di elevata vulnerabilità sociale urbana e per questo servizio ha creato un apposito vicariato.
Mi piacerebbe tanto ritrovarmi con il Papa e condividere con lui le mie esperienze di sacerdote;
anche "assaporando con lui alcuni «mates» con quella confidenza e semplicità che lo
contraddistinguono".


A cura della Redazione

Vita Giuseppina n.4