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Padovani nel mondo premiati dalla Camera di commercio



I padovani nel mondo sono una dimostrazione continua di saper fare senza sfuggire fatiche e lavoro duro.

La Camera di Commercio premia l’intuito di chi è emigrato portando con successo il nome della città in tutto il mondo. Stamattina, in Sala Papa Luciani, il presidente della Camera di Commercio Roberto Furlan ha premiato, insieme all’assessore al commercio Marta Dalla Vecchia, 125 aziende.

Accanto alla categoria «padovani nel mondo», anche «dipendenti», «dirigenti», «pensionati», «imprese industriali, commerciali e artigianali» e «meriti speciali».

Per i «Padovani nel mondo» sono stati premiatiPadre Paolo Castonaro, originario di Gazzo Padovano, impegnato con le Opere Giuseppine aseguire i bambini in Cile e Argentina;

Ha ritirato il premio il fratello Giuseppino P. Guglielmo Cestonaro Direttore della Comunità Cal di Breda di Treviso il quale , ringraziando per il riconoscimento ricevuto ha il percorso di apostolato che il fratello Paolo ha svolto in oltre 50 anni di missione fuori dall’Italia.

 




P. PAOLO CESTONARO

Nato a Gazzo Padovano (PD) il 8 settembre del 1942 da Guido Cestonaro e da Silvia Marcolin, nella frazione di Grossa in Via Risorgimento n° 11, quarto di cinque figli.

 

Fin da piccolo senti forte la chiamata del Signore a dedicare la sua vita per i più deboli esull’esempio del fratello Guglielmo entrò nel seminario dei Giuseppini del Murialdo a Montecchio Maggiore (VI) e dopo l’iter formativo entrò nel noviziato a Vigone (Torino), fece i voti religiosi e poi prosegui’ negli studi magistrali.

 

A 20 anni, nel 1962, i superiori lo inviarono assieme ad altri confratelli giuseppini ad aprire un’opera a Siguenza (Guadalajara) nella Spagna di Franco, in favore di minori con disagio familiare ed economico.

Rientrò nel 1965 in Italia per completare gli studi teologici, fu ordinato sacerdote nel 1970. Ripartì nuovamente per la Spagna, destinazione Orduna (Vizcaya) - zona basca, sempre a servizio dei giovani , specie in favore dei minori in difficoltà.

Il territorio era la sua missione. Lo caratterizza una particolare sensibilità per le famiglie più segnate dalla povertà economica e morale.

 

Nel 1983 è trasferito a Madrid. Rimase a lungo, quasi trent’anni, in terra spagnola, ma soprattutto a Madrid, nella periferia della capitale, dove imperava la povertà, il disagio morale e la violenza di ogni tipo. In qualità di parroco nella parrocchia “Ntra.Sra.del Recuerdo, ebbe una particolare attenzione al mondo della droga e dei gitanes (zingari) provenienti dal sud della Spagna. In quel quartiere si contavano tanti bambini questuanti e spacciatori di droghe.

 

La sua parrocchia di 12 mila abitanti contava addirittura circa 4 mila zingari. Un quartiere degradato alla periferia sud est di Madrid, sempre nella cronaca per i gravi fatti di violenza, delinquenza giovanile e spaccio di droga.. Analfabetismo era la caratteristica degli adulti e piccoli. Era il prete di strada, e assieme a tanti volontari condivideva storie di grande sofferenza, con gesti di fraterno ascolto e tanti aiuti caritativi, tanto da attirare l’attenzione delle autorità civili della grande metropoli.

Grazie alla bontà e pazienza di padre Pablo e il suo stile gioioso e convincente, molti di questi gitanes chiedevano il battesimo e riusciva ad inserirli nei progetti scolastici. Per questo scopo avviò un centro diurno presso la sua parrocchia. Era questa la carta vincente per quella realtà dal profondo disagio.

 

Per le sue doti umane e spirituali riuscì a trasformare assieme ai suoi confratelli collaboratori una delle periferie più disagiate e problematiche, anche per il degrado edilizio, in un quartiere vivibile e collaborante per il bene di tutti i cittadini, tanto da meritare un speciale apprezzamento del cardinale di Madrid di allora.

 

Addirittura nella cittadina di Getafe a sud di Madrid, nel 1996, avviò una serie di Case famiglia per l’infanzia in difficoltà, attenzione ai minori trasgressivi, centro diurno e inoltre corsi di formazione per disoccupati e programmi di caratterizzazione professionale iniziale.

 

Poi nel 1997 ancora un’obbedienza. Il Superiore Generale dei Giuseppini del Santo Leonardo Murialdo gli invia una lettera: Caro don Pablo, è volontà di Dio, che da ottobre la tua nuova missione sia Santiago del Chile in America Latina, nell’opera – Parroquia de LA REINA (Santiago).

 

Don Pablo, aveva imparato da mamma Silvia a dire sempre “sì” ai Superiori. Rimase nove anni come parroco in quella periferia di Santiago, dove dedicò tutte le sue generose energie per il bene di una parrocchia di oltre 30 mila abitanti.

 

Don Pablo non si perse d’animo. Si immerse subito in questo quartiere della grande capitale Cilena. Seguì pure in quella realtà un centro vocazionale per preparare i futuri sacerdoti, ma dedicò particolare attenzione per creare casa hogar per ninòs abbandonati e poi ancora un centro abierto “Nadino” con 45 ninòs. Riuscì a coinvolgere numerosi laici e famiglie in questo mondo del disagio minorile, dalle cento storie, sempre con grande coraggio e dedizione e tanto senso di ottimismo.

 

Ebbe più volte occasione di radunare a Santiago veneti e padovani che vivevano in quelle terre, sempre segnati da grandi nostalgie dei loro paesi di origine. Le feste caratterizzate da momenti di preghiera e di canti popolari di montagna creavano entusiasmo, tanta nostalgia, ricordi e molte lacrime.

 

“….America, America, che sarà questa America…era il canto dei nostri sulle navi verso il nuovo mondo che li attendeva…”

 

Trascorsi i nove anni di servizio spesso umile e silenzioso tra la sua gente, i superiori e confratelli lo elessero Superiore Provinciale delle Opere giuseppine del Chile e Argentina. La sua nuova sede sarà Villa Bosch di Buenos Aires. Dalla capitale Argentina dovrà visitare le opere di Mendoza, di Rosario de la Frontera (Salta) Santiago, Valparaiso, Requinoa e tante altre…

 

La sua attenzione rimane sempre per i giovani. Le opere giuseppine di quelle nazioni oltre al servizio parrocchiale sono caratterizzate per il serio servizio di formazione cristiana ed educazione scolastica. E’ entusiasmante vedere nei vari “colegio” migliaia di giovani in divisa, ordinati, capaci di cogliere sempre i provocatori discorsi e il sorriso di padre Pablo. Guardano con gioia il loro futuro di speranza, perché padre Pablo è un uomo di Dio e quindi un uomo di speranza.

«Festeggiamo pubblicamente imprenditori, lavoratori e padovani emigrati ,,,,,,all’estero», ha commentato Furlan, «che si sono impegnati nella società per renderla più ricca e più responsabile»



[P. Brusarosco]